Sticchi Damiani: «Salvare questa stagione, ma senza rovinarne l’altra»
Saverio Sticchi Damiani è il presidente del Lecce dal 2017. Anche con lui si parla delle difficoltà delle decisioni da prendere in merito a questa stagione calcistica:
Presidente, lei crede che si possa finire questa stagione? «Sì, lo spero perché tornare in campo in condizioni di sicurezza vuol dire essersi messi alle spalle il dramma della pandemia. Ed è un sogno di normalità che mi piace cullare».
Qualche suo collega dà già per concluso il campionato. «Per la Lega di A l’ideale sotto il profilo finanziario e sportivo è concludere il torneo. Ovviamente, portarlo a termine rappresenta un rischio sportivo per alcune società, la mia per prima, che potrebbero retrocedere. Ma è un rischio che bisogna correre perché fa parte della competizione sportiva, a maggior ragione se serve a dare equilibrio finanziario all’intero sistema calcio».
Se finisse tutto qui, c’è rischio default? «Dipende dal livello di indebitamento pregresso di ogni società: i danni potrebbero essere traumatici per alcuni. Ma non per il Lecce, per esempio, che un’azienda che non ha mai fatto un passo più lungo della gamba».
Quando si potrebbe ripartire? «Aspettiamo il governo e le sue decisioni. Forse serve darsi una scadenza ultima, serve dire che non possiamo andare oltre i primi giorni di luglio. Altrimenti, compromettiamo anche la prossima stagione con gli Europei e Olimpiadi».
Cosa va evitato? «Dimettere a repentaglio la salute degli atleti per riprendere prima del dovuto oppure laddove si volesse attendere per concludere il campionato bisogna evitare di compromettere la prossima stagione con una ripresa troppo spostata in avanti».
L’accordo della Juventus per il taglio degli stipendi è il compromesso giusto? «Per noi, è prematuro. Un accordo con i calciatori senza sapere cosa succede, su quali basi farlo? Se la prestazione diventa impossibile per causa maggiore è uno scenario, se prima o poi si torna in campo, magari a porte chiuse, è un altro conto. La Lega ha un tavolo tecnico e si sente con l’Aic, attendiamo le linee guida».
Poi sarà necessaria una contrattazione individuale? «Certo. Vanno analizzate le singole situazioni contrattuali: un conto è andare a discutere di tagli con un calciatore che va in scadenza, un altro se ha accordo pluriennale.Ma prima ancora dobbiamo capire l’epilogo della stagione. Ora speriamo di congelare gli stipendi di marzo ma non è detto che non pagheremo più gli stipendi da qui a fine anno. Il punto è: se non si gioca più, se non c’è una prestazione, non c’è corrispettivo. Lo dice il codice civile. Partendo da questo, si discuterà eventualmente con i calciatori e troveremo una soluzione secondo buon senso».
C’è bisogno di una verifica di idoneità preventiva per i calciatori? «Sarà necessaria, anche perché leggo che il coronavirus può lasciare strascichi cardiaci e sulle vie respiratorie. Servono controlli medici approfonditi».
La Premier pensa a una formula tipo Mondiale. «Troppo complicato. Immagino le polemiche, non riusciremo a concepire in poco tempo una formula del genere. Come pure playoff e playout: se si può tornare a giocare, si torna a giocare tutti insieme. In 45 giorni possiamo chiudere regolarmente la stagione». Il prossimo mercato? «Questo periodo ci insegnerà molte cose: anche chi si potrà permettere certe spese, penso che eviterà gli eccessi».
I presidenti si sono offesi per certe affermazioni del ministro Spadafora. «Forse il ministro ha generalizzato un po’ troppo, esiste un’etica anche nel calcio ed anche in serie A, le sue parole sono però utili per chi a volte va sopra le righe».
Tommasi invoca sacrifici anche da parte dei club. «Se vuole gli faccio l’elenco dei sacrifici fatti prima anche del coronavirus».
Fonte: Il Mattino