L’ex azzurro Santacroce è da solo in quarantena nella città scaligera. Gli manca, ovviamente, la famiglia. Racconta questo momento ai microfoni de Il Roma:Innanzitutto come sta Fabiano Santacroce?«Bene. Sono rimasto a Verona, non ho avuto neanche la possibilità discendere a Napoli. Sto trascorrendo questa quarantena un po’ in solitaria».Ha mai pensato di tornare a Napoli dalla sua famiglia?«Sì, assolutamente. Ci penso ogni giorno. Ma ci sono delle regole e nonsi può fare altro. Cerco di vederle comunque ogni giorno in videochiamata».Che aria si respira a Verona?«Io respiro l’aria di casa (ride, ndr). I problemi qui sono iniziatiprima rispetto a giù. Siamo vicini a tutti i centri, quelli grossi.Perché già Brescia, Padova sono state colpite parecchio. Quindi c’ètanta preoccupazione, però la gente fortunatamente non esce e quindisperiamo passi presto».Il Veneto è tra le regioni più colpite. Quanta preoccupazione percepite?«Di preoccupazione ce n’è, perché avvertiamo i morti che ci sono stati eci sono tutti i giorni. Vedendo il bollettino cresce la grandetristezza. Non è una semplice influenza come magari ce l’avevano fattapassare all’inizio».Qual è l’episodio che resterà più impresso alla fine di tutto?«Saranno tante le cose impresse. Sicuramente lo stare lontano dalle miebambine per così tanto tempo in maniera così forzata è una cosa brutta,pesante. È pesante anche il fatto di trovarsi in una città e restarechiusi in casa per paura di uscire fuori. Sembra quasi di essere in unodi quei film che in passato consideravamo futuristici, invece eccoci qua».Cosa farà Santacroce quando il virus sarà sconfitto?«Sicuramente cercherò di andare il prima possibile dalle mie figlie.Molto probabilmente non resterò chiuso in casa neanche per dormire,inizio ad odiarla e a non farcela più. Quindi mi gusterò un po’ di piùlo stare fuori, all’aria aperta».Quanto è dura non potersi allenare in campo e lavorare solo da casa?«Tantissimo. Per noi è molto faticoso allenarci senza pallone. Non siamoneanche più abituati a fare allenamento a secco per così tanto tempo.Per quanto mi riguarda sono tre settimane che corro fuori (perché ho lafortuna di abitare in un parco), però tutto il resto lo faccio in casa enon è facile».Quanto ci vorrà per recuperare e ritrovare il ritmo partita?«Penso un paio di settimane. Dovremo stare molto attenti, sarà difficileper tutti i preparatori che dovranno organizzare una sorta di nuovapreparazione. Ancor più difficile, perché dovrà essere concepita perfarci giocare ogni tre giorni. Credo che il tasso di infortuni saràmolto più alto in questo periodo, anche se spero di no. Sarà uncampionato strano, sia sopra che sotto».I calciatori saranno tutelati?«Credo sia una sciocchezza questo discorso degli stipendi. È anchegiusto, ma nel momento in cui non dobbiamo recuperare le partite. Se ilcampionato finisce oggi, allora è normale, non sto lavorando, quindi ègiusto che non arrivi uno stipendio. Ma se dobbiamo recuperare partite,anche fino a luglio, le vacanze ce le siamo bruciate dovendo stareadesso a casa forzatamente. Quindi se poi dobbiamo giocare ogni tregiorni, giocare una partita e finire il campionato, non ha sensotoglierci lo stipendio».Qual è la soluzione ideale per terminare il campionato, dalla Serie Aalle categorie inferiori?«Me lo sto chiedendo ogni giorno, ma mi chiedo anche se sia giusto.Sicuramente capisco ci siano tanti, troppi interessi per continuarequesto campionato. Purtroppo io amo il calcio, amo giocarci ed amo farlocon i tifosi. Perché una delle cose belle è la gente che ti viene aguardare, a sostenere, ma anche ad insultare. È il bello di fare ilgiocare. Penso che se continueremo a giocare lo si farà a porte chiuse.Sarà un giocare le partite in maniera strana, dove l’aiuto casalingo nonci sarà. Quindi definirei tutto un po’ falsato».Un messaggio a tutti gli italiani….«Tenete duro, come popolo siamo forte. Dobbiamo stare tranquilli edaspettare che passi questa tempesta».
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M. Grassani (Avv. Napoli): “Il taglio degli stipendi è legale”
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