Di seguito l’intervento del Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris a CasaNapoli.net:
Come vive un sindaco questa emergenza, in particolare come la vive il Sindaco di Napoli? Teme in seguito a questa emergenza sanitaria, una emergenza sociale ed economica?
“Da quando è scoppiata l’epidemia anche nella nostra città, nel nostro Paese, io sono chiaramente in prima linea. Sto lavorando mattina, pomeriggio, sera e notte, senza soluzione di continutià. Ti parlo da Palazzo San Giacomo. E’ difficile per tutti: per chi sta in casa, per chi lotta in prima linea, per chi deve assumersi delle responsabilità, per chi deve pensare ad oggi ma anche a domani come ripartire, per evitare che al dramma sanitario si sommino altre tragedie. La città sta rispondendo, devo dire, complessivamente con maturità, con responsabilità.
E’ chiaro che c’è sempre qualcuno che non rispetta le regole, ma nel complesso, penso che ci possiamo ritenere orgogliosi. La città, prima ancora che ci fossero i provvedimenti nazionali, aveva iniziato a mettere in campo azioni di sanificazione, di igienizzazioni, addirittura la chiusura delle scuole.
Io sono molto preoccupato, come tutti, di quello che sarà. Bisogna lavorare da qui, dal territorio e ovviamente premendo affinché il governo nazionale metta in campo azioni più efficaci rispetto a quelle adottate finora che non sono assolutamente idonee per arginare un crollo sociale ed economico che si ripercuote sulla pelle dei cittadini, dei lavoratori, delle imprese, delle attività economiche e produttive.”
Proprio in merito a questo, abbiamo letto che c’è stata una riunione di giunta, chiaramente in video conferenza: in questa riunione di cosa si è parlato e quali provvedimenti verranno presi per il futuro?
“Anche noi, come ormai in tantissimi, se non tutti, facciamo le riunioni formali da remoto, quindi in video conferenza. Abbiamo fatto domenica una lunga giunta, in cui abbiamo adottato ulteriori misure, rispetto a quelle già prese. Lo voglio dire ai concittadini: il Comune di Napoli nonostante rispetto ad altre città, vive una situazione finanziaria e di debito impressionante, ereditata dal passato, siamo la prima città che ha messo in atto misure concrete.
Ne posso citare qualcuna: dalla eliminazione delle imposte tasse e tributi per le categorie economiche e produttive, addirittura fino alla fine del 2020, quindi non solo fino alla fine dell’emergenza. La creazione di un fondo napoletano a sostegno delle persone che sono o che rimangono senza reddito. Quindi un fondo di solidarietà, in modo che la nostra città non lasci indietro nessuno.
Ma anche tante misure che sembrano d’impatto minore ma che sono altrettanto importanti: la gratuità di vitto e alloggio per i medici che sono impegnati a combattere il virus. Ospitalità gratuita, nelle strutture ricettive della città, per le donne vittime di violenza all’interno delle abitazioni. Magari sono costrette a stare in casa e a subire la violenza del compagno o del marito. E tantissime altre…Cerchiamo di fare il massimo perché che dobbiamo oggi resistere per poi fare il contropiede e vincere dopo. Cioè ricostruire un tessuto economico e sociale che è e sarà in grandissima sofferenza.”
Lei diceva prima che i cittadini napoletani hanno risposto bene al lockdown e all’invito a restare in casa. Se mi permette una piccola riflessione le dico di sì: all’inizio hanno risposto molto bene, però poi, per esigenze vuoi lavorative, vuoi di altro tipo, col passare del tempo sembrano un pò aver mollato la presa. Mi riferisco anche ad alcune foto che sono circolate: ad esempio in metropolitana. Lei cosa sente di dire ai cittadini?
“Innanzitutto dobbiamo analizzare, lo dico per correttezza e perché è giusto che sia così, il comportamento della stragrande maggioranza dei napoletani. Lo dobbiamo sempre sottolineare. Perché altrimenti si perde di vista il prevalente. La stragrande maggioranza, con difficoltà enormi, sta rispettando le regole.
Poi, è vero, soprattutto sabato, ma anche in altro momenti, ci sono, da una parte dei comportamenti che vanno sanzionati. Quindi le forze di Polizia devono esercitare un controllo rigoroso e forte nei confronti di chi non rispetta le regole. Perché rischia di rendere vana la condotta di ognuno di noi e di tante persone, per contenere questo contagio.
Poi c’è anche da dire che in alcune zone della nostra città, la promiscuità è quasi fisiologica. Ad esempio in alcune aree, come abbiamo visto dalle immagini, ad esempio nella Sanità, nella Pignasecca, nel Vasto, Antignano, e potrei citare altri casi, dove molti negozi sono vicini e sono aperti perché di generi alimentari.
Le persone sono concentrate in uno spazio che è molto piccolo. A mio avviso, in queste zone, bisogna garantire un controllo costante. Quantomeno per tutto l’arco della mattinata, dove c’è un afflusso maggiore, da parte delle forze di Polizia. Altrimenti quelle riunioni e quegli assembramenti possono essere rischiose per la salute. Si può rischiare di non contenere il contagio.
Soprattutto in questo momento. Questo è il momento in cui dovremmo sentirci tutti italiani. Dovremmo sentirci tutti Bergamaschi e Lombardi. Se pensiamo alle tante persone che stanno soffrendo. A molte altre che stanno morendo. Ai familiari delle vittime. Proviamo dolore.
E’ inaccettabile questa continua discriminazione, anche in questo momento. Qualche giorno fa ho detto, perché lo penso veramente: “Non oso immaginare, se ci fosse stato un certo governo, se l’epidemia invece di scoppiare in Lombardia, fosse scoppiata in Campania o in qualche altra Regione del Sud, avrebbero schierato l’esercito sul fiume Garigliano, con l’ordine di sparare a vista contro ogni meridionale che starnutiva, lanciando il fiato oltre il Garigliano”. Credo che stiamo dimostrando di ospitare i pazienti della Lombardia come è giusto che sia, i nostri medici vanno in Lombardia come è giusto che sia. Perché da queste cose si capisce se siamo un popolo, una Nazione, o siamo altro.
Il Sud ha fatto sempre la sua parte. Oggi sono orgoglioso del fatto che i nostri medici e i nostri infermieri, nonostante un sistema sanitario che la politica nazionale e regionale, ha smantellato nel corso degli anni, stanno in maniera eroica, resistendo.
Sono orgoglioso che il farmaco che oggi si sta utilizzando con successo per contenere, soprattutto le fasi più critiche della polmonite, sia stato sperimentato in due ospedali della città: il “Pascale” e l’Ospedale “Dei Colli”. Ma sarei stato oltremodo contento, se il farmaco fosse stato scoperto ad Aosta piuttosto che a Venezia. In questo momento sentiamoci, davvero, tutti quanti italiani. Io sono sempre stato orgoglioso di essere nato a Napoli e di essere Napoletano. Sono orgoglioso di essere meridionale. Sono orgoglioso di essere italiano.”
In questo momento stanno arrivando tanti aiuti dall’estero: dalla Cina, dalla Russia, da Cuba. Sono arrivati medici cubani in Italia. Abbiamo tanto da imparare da questo momento, visto che c’è tanta cooperazione internazionale:
“Lo ricordiamo tutti. Quando iniziò il contagio in Cina c’era la caccia al cinese. Era considerato l’untore. Oggi i cinesi stanno contribuendo a salvare l’Italia, la Lombardia. Abbiamo fatto un gesto di cui siamo contenti. All’inizio dell’epidemia in Cina, nel momento più forte della diffusione dell’epidemia e quando in Italia ancora se ne parlava poco, c’erano i primissimi casi, qua, sotto Palazzo San Giacomo, abbiamo ospitato la comunità cinese. Abbiamo mostrato loro la solidarietà del popolo napoletano.
Quando sei generoso, quando doni, quando ami, quando meno te l’aspetti ricevi. L’altro giorno, qui a Palazzo San Giacomo, la comunità cinese ha portato migliaia di mascherine e migliaia di prodotti igienizzanti. Ecco! Queste sono belle pagine!
Come oggi: chi lo immaginava, facendo un’analisi, un pò politica e un pò di considerazione civica, vedere la Cina e Cuba, paesi considerati comunisti, andare in soccorso della Lombardia a guida leghista è una pagina bella. I cubani hanno detto: “Noi non vi diamo ciò che ci avanza, ma condividiamo con voi ciò che abbiamo!” Io penso questo: da questa tragedia proviamo a ritornare uniti. Non bisogna cercare ogni mattina il nemico del giorno, ma bisogna sentirsi tutti abitanti dello stesso pianeta. Tutti fratelli e sorelle. Cerchiamo, da questa esperienza tragica, di trarre anche i messaggi belli e luminosi che stanno venendo fuori.”
Purtroppo c’è chi la pensa diversamente. Noi, a Napoli, siamo abituati, come città di mare, come città aperta, come città con vocazione turistica ad abbracciare tantissime persone che vengono a trovarci. Una città che vive sempre, anche nei momenti difficili, nell’allegria. Ho visto un video, che mi ha colpito molto, sui suoi canali social, nel quale lei si rivolge alla popolazione giovanile: bambini e ragazzi.
Secondo lei, dopo questo momento difficile, che stiamo attraversando, i nostri cittadini, grandi e piccoli, riusciranno a tornare alla vita precedente o qualcosa, anche di essenziale, cambierà?
“Non può un virus distruggere l’identità e le radici di un popolo. Napoli tornerà a gioire. Tornerà ad essere “A voce r’è criatur che saglie chianu chianu, rint e vic, miez all’at”. Gli scugnizzi. La voglia di abbracciarci, di stare insieme. Di vedere quella marea di gente cosmopolita di tutto il mondo che viene nella nostra città. Ritorneremo ad essere quelli, speriamo con qualche difetto in meno.
Con più voglia di giustizia sociale, di uguaglianza. Con meno rancore. Mi auguro che anche nella nostra città, che a livello di umanità e di cuore è di gran lunga avanti a molte altre, si abbassi il rancore. C’è voglia dell’allegria dei bambini. Manca tantissimo. Vedere questa città deserta, da un lato è buono perché vuol dire che si rispettano le regole in questo momento. Ma vedere la città vuota è una lacrima sul viso, è un dolore. Un cuore straziato. Non è Napoli! Vedere un vicolo silenzioso, vedere il centro storico senza persone, le periferie vuote, il lungomare deserto…Veramente qualcosa di surreale! Un incubo! Che dobbiamo far passare presto. Dipende da noi. Far passare presto l’incubo dipende da noi, da come ci comportiamo.”
Ringraziamo il Sindaco per l’estrema disponibilità, sperando di poterci vedere presto di persona e stringerci la mano, perché significherebbe la fine di un periodo brutto che ci saremmo lasciati alle spalle:
“Sicuramente passerà! Vinceremo! Saremo sicuramente migliori di prima. Non vediamo l’ora di tornare a stringerci la mano, ad abbracciarci e a vivere questa città con tanto calore umano. Grazie! In questo momento è importante anche l’informazione. Una giusta, corretta ed equilibrata informazione, serve molto. Soprattutto ai nostri concittadini.”
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