Il Mattino – Tagli fino al 30% sugli stipendi. I dettagli di quanto risparmierebbe il Napoli

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Il Mattino – Il calcio fermo è una iattura totale: non si pensi solo agli ingaggi dei calciatori, ma all’indotto che a ogni gara vive attorno al match. Ieri Gabriele Gravina a Radio 24 è tornato a parlare di questi aspetti. «Stiamo predisponendo una serie di richieste al nostro governo, un decreto legge che riconosca lo stato di crisi dello sport. Abbiamo bisogno di un riconoscimento per rinegoziare al nostro interno alcuni contratti e creare un sistema di mutualità». Ovvio che un altro tema, fondamentale, è il taglio agli stipendi. «In questo momento di emergenza non è un tabù. Bisognerà mettersi a un tavolo tutti e riflettere. C’è poco da fare. Bisognerà parlarne perché le cose sono cambiate. Ascoltiamo e vediamo: guai a prendere posizioni assolutiste e di contrapposizione. Non dico né si, né no, dico parliamone». 
Tutto dipende se si tornerà a giocare oppure no. Perché se a maggio il campionato non riprende ( o riprende a porte chiuse), ovvio che una serie di questioni verranno poste sul tavolo negoziale coi calciatori. Il sindacato, guidato da Damiano Tommasi, difficilmente potrà alzare barricate per i milionari della serie A. In Lega c’è già una bozza di intesa tra i presidenti che punta a chiedere ai ricchi tesserati una decurtazione a fine anno del loro ingaggio tra il 15 e il 30 per cento a seconda di quanto viene percepito (il 30 per cento per gli stipendi lordi superiori al 1,5 milioni di euro). 
In questa maniera, complessivamente la serie A punta a risparmiare 260 milioni di euro (il Napoli, per esempio, 28 milioni circa). Il rischio, secondo alcuni che vivono fuori dal mondo, è che i big possano andare altrove. Ma dove? La strada dei tagli agli stipendi toccherà tutte le leghe, non solo quella di A. Fonte: Il Mattino

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