Il mondo del calcio si interroga se e quando poter riprendere la vita agonistica, ma è chiaro che la salute e la pandemia da Cronavirus, sono ormai un tema da non prendere alla leggera. Il presidente della Figc Gabriele Gravina a Radio Anch’io dice la sua in una lunga intervista. “Il rinvio dell’Europeo 2020 è l’idea da seguire, si pensa a delle date nuove da proporre all’Uefa, la salute prima di tutto”.
Risulta l’ipotesi novembre-dicembre? “Non ci sono ipotesi. Ho sentito parlare anche di una Champions che potrebbe definirsi coi play-off. Sono tutte riflessioni che richiedono attenzione. Ci confronteremo, domani credo verrà fuori la decisione più responsabile ma non immagino ora una soluzione ideale”.
E’ possibile prevedere una ripartenza della Serie A e una chiusura per l’estate? Non è più realistico pensare all’annullamento? “Ogni ipotesi ora è non fondata. Lavoriamo su auspici e speranza. Pensare a un campionato da definire entro giugno è l’augurio di tutti ma è difficile pensare qualcosa così. Lavoriamo, dobbiamo pensare che dopo lo tsunami la vita continuerà. Lo sport dovrà essere un collante sociale a cui far ritorno”.
Non ha paura che le Federazioni pensino ognuna ai propri interessi? “Se si dovesse pensare all’orticello, avremmo dato un pessimo esempio. Dobbiamo privilegiare le dimensioni reali del mondo, spero che questa pandemia lasci una traccia positiva in ognuno di noi. Sarebbe da irresponsabili se ognuna delle 55 Federazioni potesse portare avanti un’idea egoistica”.
Chiederete uniformità ai vari campionati? “Sì ma bisogna tener conto delle specificità delle condizioni che si sono create, ci sono differenze soggettive e oggettive. Basti pensare alle promozioni e retrocessioni, al livello di organizzazione nei diversi paesi. Questa è un’altra riflessione da fare”.
L’Italia si prepara teoricamente a ripartire il 3 aprile. “Credo che il 3 aprile sia una data troppo immediata per la ripartenza di tutto. Per questo ho pensato a una nostra ripartenza i primi di maggio ma è una data teorica. Serve andare avanti con riferimenti di date, altrimenti rischiamo di essere impreparati”.
Esclude che il campionato possa essere annullato? “Non sono in grado di escludere nulla. Ora programmiamo con l’idea più ottimistica, ovvero definire i campionati, cercando di portarli a termine. Tra le diverse ipotesi però ho già preannunciato la non assegnazione del titolo, quella di assegnazione congelando le graduatorie, un mini torneo di play-off e play-out. Non escludo nulla, capisco la curiosità e l’attenzione nel voler definire ma nessuno, e dico nessuno, oggi è in grado di dire quale sarà il nostro futuro rispetto alle condizioni attuali. Se tutto questo dovesse portare con effetto trascinamento alla stagione 20-21, non escludo che il campionato possa concludersi in due stagioni diverse. E’ anche imbarazzante parlare di questi temi ma abbiamo il dovere di farlo per dare una speranza”.
C’è anche l’idea di rinunciare alla Coppa Italia? “Non ne stiamo più parlando, è una competizione che affronteremo più in là. E’ uno dei tornei che abbiamo accantonato, diamo priorità ai tornei”.
La Redazione