Pincolini (Prep. Naz Italiana): “Lo stop è un’occasione per lavorare su tutti i guai fisici”
Il preparatore atletico dell'Italia al Corriere dello Sport
In questo periodo il mondo del calcio si ferma per ricaricare le batterie, in attesa che il paese e gli altri continenti ne escono al meglio dalla pandemia Covid-19. Il preparatore atletico dell’Italia Vincenzo Pincolini al Corriere dello Sport dice la sua su come tornare in forma a livello fisico e atletico.
Vincenzo Pincolini, preparatore atletico del Club Italia e della Nazionale Under 21: blocco diffuso degli allenamenti e limitazioni alla libertà di movimento. Come se ne esce senza uscire di casa? «Dandosi un’organizzazione. I giocatori sono abituati ad arrivare a Milanello, ad Appiano Gentile, a Formello e a trovare una lavagna con tutti gli orari. Ogni mattina farei un briefing in videochiamata con i tecnici e i compagni. Uno spogliatoio virtuale che permetta di mantenere un contatto da trasformare in motivazione. Con tutte le pressioni negative che ci sono intorno, la stampa e la Tv che parlano a tappeto del problema Coronavirus, l’attenzione va tenuta alta».
In questo briefing bisognerà anche dare consigli ai singoli su come tenersi in forma. «Tutti hanno già ricevuto programmi da seguire a casa. Tanti si stanno attrezzando con tapis roulant o cyclette. A parte che un terzo dei calciatori dispone di palestre private. Ma non è che occorra molto. Quando hai un tappetino, un elastico e un tavolo ben piantato possiedi già uno strumento artigianale per l’estensione delle gambe. Tutto questo serve a semplificare una ripresa che per forza di cose si concentrerà sui fattori tecnici. Perché adesso si parla sempre di lavorare senza il pallone».
Qualche principio generale? «Mantenere un livello di condizione alto. Mettere in primo piano la prevenzione, lavorare cioè su parti del corpo che si sanno fragili o che hanno subito infortuni. La scansione dei tempi aiuta poi a passare le giornate. Qui si tratta di ragazzi giovani abituati ad andare dove e quando vogliono e improvvisamente bloccati tra quattro muri. Tenere legato il gruppo è importante quanto fornire un buon programma di allenamento».
Suggerisca una giornata tipo. «Una sveglia normale, diciamo alle 8, e colazione alle 8.30. Alle 9.30 videochiamata di staff. Alle 10 inizio seduta: venti minuti di riscaldamento, dieci di cyclette e dieci di stretching. Poi facciamo quaranta minuti di prevenzione mirata: per esempio, chi è reduce da operazioni alle ginocchia opterà per il potenziamento del quadricipite, chi è soggetto a infortuni muscolari per esercizi di allungamento con l’elastico; lavori di equilibrio per la caviglia, posture contro problemi di pubalgia eccetera. A giorni alterni, quaranta minuti aerobici di potenza o resistenza alla velocità sul tapis roulant, a ritmi variabili. Quindi venti minuti di addominali, dorsali e lavoro fisico generale. A giorni alterni balzi, saltelli, affondi per la forza degli arti inferiori. Che cosa mangiare lo lascio dire ai nutrizionisti. Suggerisco solo: alimentazione equilibrata».
E nel resto delle ore?
«Chi ha figli trova il suo daffare. Ma facciamo i fenomeni. Si può anche leggere qualche libro, coltivare la propria cultura pure attraverso Internet. Io suggerisco gli appuntamenti quotidiani su Facebook di Mauro Berruto, l’allenatore di pallavolo. Racconta storie di sport di notevole bellezza».
L’attività sessuale va regolamentata?
«Diciamo che dev’essere normale. La verità è che più ne fanno meglio è. Vuol dire che sono fisicamente a posto».
Il pallone, purtroppo, deve aspettare.
«Per tre settimane, persino un mese, si può sostenere questo regime, anche dal punto di vista psicologico. Ma quando verrà il momento di riprendere la voglia sarà tanta che in sette-dieci giorni saranno tutti in condizioni di giocare. L’importante è non mettere su due chili: al ritorno rischi di farti male».
La Redazione