LA GIORNATA
I Calciatori si affiancano alla proposta di Spadafora. Non aspetta-vano altro. Ed è Tommasi a far scattare il corto circuito di ieri, con la richiesta di rinvio a pochissimi minuti dal via della gara dello stadio emiliano (che è in piena zona rossa). I calciatori hanno l’arma per fermare tutto con uno sciopero (una extrema ratio), ma chissà perché non lo fanno.
E così, verso le 12.15 con le squadre di Parma e Spal negli spogliatoi, dopo aver svolto il riscaldamento, si tiene un Consiglio di Lega lampo che porta alla decisione di giocare. «Non avevamo il potere giuridico di rinviare perché troppo a ridosso l’inizio delle gare», dirà il dg dell’Inter Marotta.
E così le danze hanno inizio, con un’ora e un quarto di ritardo. E tutte le gare della giornata hanno il loro svolgimento. Domani, tutti i principali attori del calcio italiano si siederanno intorno ad un tavolo. Dove saranno considerati tutti gli aspetti legati all’emergenza. Ma nel pomeriggio di oggi, dal faccia a faccia tra il presidente della Figc Gravina e il suo vicario Sibilia. Si capirà già dove va il calcio italiano.
Se la Figc opta per lo stop, non è detto che la Lega calcio accetti la decisione. E a quel punto, in maniera clamorosa. Potrebbe esserci l’ipotesi di un nuovo commissariamento della Lega. A spingere sullo stop immediato sono, come detto, il ministro dello sport Vincenzo Spadafora e i giocatori rappresentati dall’Aic di Damiano Tommasi in opposizione alla Lega Calcio che punta a continuare almeno a porte chiuse.
«Si è giocato per un gesto irresponsabile della Lega di Serie A – ha tuonato Spadafora in serata – e del suo presidente Dal Pino. È vero che nel decreto del governo c’è ancora la disposizione delle porte chiuse. Ma stiamo consigliando agli italiani di stare a casa. Il mondo del calcio si sente immune da regole e sacrifici».
Al ministro dello sport ha replicato lo stesso Dal Pino secondo cui «le affermazioni di Spadafora sono sbagliate. Il ministro ignora le norme e rifiuta la responsabilità del suo ruolo. Invece di fare demagogia sia coerente con le proprie azioni di governo – aggiunge Dal Pino – e se necessario emani un decreto assumendosi responsabilità che sta scaricando su altri». Fonte: Il Mattino