Soldi e interessi privati: in scena l’ennesima figuraccia dell’ italico calcio

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Litigioso e sul piede di guerra, anche in questo particolare momento storico. Questo è stato, anche in questi giorni, il mondo del calcio. Nessuno che pensasse a tutelare la salute di tifosi e tesserati, ma solo a salvaguardare introiti e guadagni. Tanto che il giovane presidente dell’ Inter, Zhang, ha dato del pagliaccio al numero uno della Lega Serie A, Dal Pino. Ha fatto bene il presidente del Coni, Malagò, in un’intervista a Repubblica a ricordare a questi presidenti, oltre alla drammatica situazione del Paese, che in questo periodo vi sono atleti di pari dignità in attesa di capire se e come riusciranno a conquistare la qualificazione per le Olimpiadi di Tokyo, un obiettivo che viene inseguito per quattro anni. «Queste liti tra dirigenti non fanno onore all’Italia: qualcuno rientri da Marte», le sue parole.
La salute del Paese è ben altro rispetto allo scontro sulla governance o sui diritti televisivi, o alle polemiche per il funzionamento del Var. Si ripartirà dalle porte chiuse, il pallone riprenderà a rotolare, anche se in luoghi temporaneamente privati di pubblico e passione. I dirigenti più autorevoli e popolari devono difendere il prestigio dello sport italiano. Hanno sbagliato l’approccio con questo caso drammatico, non commettano altri errori e si dimostrino maturi almeno su argomenti così delicati, senza aspettare che sia un prefetto, di Torino o di Napoli, a decidere se far giocare una semifinale di Coppa Italia, come è accaduto per Juve-Milan e Napoli-Inter.

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Il Mattino

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