Rino in “Ringhiese”: «Io terrone? Io penso in calabrese e poi devo sforzarmi di tradurre in italiano
Rino Gattuso nelle sue prime conferenze invocava la necessità di essere più decisi, anzi. «Abbiamo avuto un grande spirito, voglio vedere questo veleno anche in campionato», aveva detto Gattuso dopo la vittoria ai quarti di finale di Coppa Italia contro la Lazio. E quello del veleno è diventato una sorta di leitmotiv nella gestione Gattuso, che grazie al suo calabrese sempre presente aveva subito messo in chiaro quello che sarebbe stato il suo modo di pensare. «In questo momento non c’è nulla da scherzare. So quello che stiamo vivendo, sto allenando una squadra forte.
Se riusciamo a trovare il canale giusto non ci fermiamo più. Inchianare (risalire la china in calabrese) mi piace molto come termine. Dobbiamo risalire ma non dobbiamo farci prendere dagli eventi. Questa squadra farà divertire». Perché la lingua della sua terra è una costante. Lo aveva scritto nel suo libro e lo ha ribadito anche nella conferenza stampa di presentazione una volta arrivato a Napoli. «Io terrone? Io penso in calabrese e poi devo sforzarmi di tradurre in italiano. Io le mie origini me le porto dentro». Così Gattuso aveva spiegato in poche parole il suo attaccamento alla Calabria ma anche il suo modo di pensare in maniera molto diretta. Come ha fatto notare dopo il ko interno contro la Fiorentina. «Meritiamo i pomodori! Ma quale gioco, non c’è neanche voglia!». Fonte: Il Mattino