Il Mattino – Costacurta: “Non solo Messi, altri due son pericolosi”
L'ex difensore del Milan parla delle insidie del Barcellona
Il Barcellona lo riporta alla finale dei coppa dei Campioni del 1994, quella che il Milan stravinse 4-0 ad Atene: Costacurta, ex difensore rossonero ora opinionista Sky, fu costretto a guardarla dalla tribuna per squalifica. Eccolo ai microfoni de “Il Mattino”.
«Ero seduto a fianco a Franco Baresi, anche lui squalificato: eravamo già in ritiro con la nazionale di Sacchi e arrivammo in aereo da Atene. I ricordi di quella partita sono sempre vivi, il Barcellona era favorito ma noi ci caricammo al massimo: fu uno dei capolavori di quel Milan di Capello».
Anche stavolta il Barcellona è favorito: il Napoli può sovvertire il pronostico come fece il suo Milan? «Sicuramente ci può stare, non mi sorprenderebbe. Il Napoli ha già dimostrato in Champions di poter vincere contro le squadre più forti di Europa, anche se il Barcellona parte con il 65 per cento di possibilità di passare il turno».
Il Barcellona è più forte del Liverpool? «No, in questo momento non c’è nessuna squadra più forte del Liverpool, neanche il Barcellona. E questo mi porta a dire che se il Napoli è riuscito a battere per due volte i reds può riuscirci anche con i catalani».
Messi come si ferma, o quantomeno come si limita? «Non c’è nessun difensore al mondo che da solo possa fermare Messi. Si più limitare con la tattica di squadra, raddoppiando o triplicando la marcatura e aiutando subito il primo compagno che viene saltato: il Napoli deve mantenersi corto nella zona dell’argentino e formare una sorta di gabbia intorno a lui in modo da fargli ricevere il minor numero possibile di palloni impedendo le traiettorie di passaggi».
Gattuso è stato per tanti anni suo compagno di squadra nel Milan: qual è la sua qualità migliore?
«Da giocatore aveva un modo unico di motivare i compagni e con la sua grinta e la sua personalità riusciva a coinvolgere tutti. Da allenatore sta dimostrando di avere anche le idee molto chiare sotto l’aspetto della tattica».
Quanto ha inciso in questa rinascita del Napoli? «Nelle ultime sette partite tra campionato e coppa Italia il Napoli ne ha vinte sei, nessuna squadra in Italia è riuscita a fare meglio e ha battuto Lazio e Inter. Direi che i risultati parlano chiaro, l’unica amnesia c’è stata con il Lecce».
Una finale vinta ai campionati del Mondo e due in Champions: quanto può essere importante l’esperienza che Gattuso ha accumulato da calciatore in partite del genere? «Da calciatore ha vissuto sempre con grande passione partite del genere, da allenatore, come prestigio, è la sfida più importante della sua carriera. A livello di motivazioni i giocatori ne hanno già tantissime, Gattuso dovrà lavorare soprattutto sulla preparazione della partita sul piano tattico».
Il Barcellona fuori casa concede qualcosa, un motivo in più per credere nell’impresa? «Lo dice la storia, il Barcellona fuori in Champions League alcune partite le ha perse, come quella nell’edizione scorsa con il Psg: è meno sicuro e il Napoli deve provare ad approfittarne».
Quanto sarà importante l’effetto San Paolo? «Tanto, su certi campi come il San Paolo e in partite come questa contro il Barcellona l’entusiasmo è fondamentale».
Oltre a Messi chi sono gli altri assi del Barcellona da temere maggiormente? «De Jong e Griezmann sono due giocatori fantastici e abituati a partite del genere, però il fuoriclasse assoluto è Messi. Ma ripeto questo Barcellona non è imbattibile come lo era quello di Iniesta e Xavi».
Cosa dovrà fare il Napoli per riuscire nell’impresa?
«Dovrà essere letale nelle ripartenze e quando possibile e recuperare palla alta come contro il Liverpool perché se gli azzurri riescono a sorprendere scoperto il Barcellona vengono fuori dei limiti degli avversari. Ma è chiaro che questa pressione alta dovrà essere fatta in alcuni momenti e alternata a una fase difensiva più bassa».
La Redazione