Durante il programma CasaNapoli.net è intervenuto il giornalista de “La Gazzetta dello Sport”, Maurizio Nicita.
Un Napoli che è “grande” con le grandi e diventa piccolo con le cosiddette “piccole”?
“Purtroppo sì. E’ quello che dice l’intera stagione schizofrenica. Sicuramente è un Napoli che nelle coppe riesce a trovare la concentrazione e gli stimoli migliori, mentre poi nella continuità che, invece, si dovrebbe trovare in campionato ha fallito completamente.”
Che Napoli hai visto contro il Cagliari? Un primo tempo, forse, incolore ma poi ti risolve la partita Mertens. Anche lì si parla di rinnovo del contratto, l’infortunio, va via o resta? Ma toglie “le castagne dal fuoco” a Gattuso:
“Sì. Ma nel Napoli c’è tanta ma tanta qualità. Mercoledì era toccato a Fabian Ruiz, a San Siro in Coppa Italia. Quindi il Napoli la qualità ce l’ha davanti, anche se non si è vista moltissimo. Si credeva di aver risolto il problema della difesa, con Manolas. Ma la coppia formata dal greco e Koulibaly, oltre ad aver giocato pochissimo insieme, non ha mai convinto.”
Come dicevi, il Napoli ha tanta qualità ed in più ha fatto anche degli innesti, come ti spieghi che lo stesso Napoli l’anno scorso lottava per lo scudetto ed è arrivato secondo, mentre quest’anno ha toccato addirittura il tredicesimo posto in classifica?
“Io dico che questa è la prima annata di De Laurentiis, parliamo di 15 anni di gestione, che non sta andando per il verso giusto. Ci sta se si guardano complessivamente le cose: si è troppo rinviato, un pò per questioni affettive, un pò per mancanza di convinzione, il processo di radicale rinnovamento di questa squadra che ha espresso il meglio con Sarri e della quale Ancelotti ha preso soltanto la coda, in quanto a rendimento.
Giocatori che hanno dato tanto e regalato grande spettacolo, perché in quanto a titoli vinti, il Napoli non ha fatto nulla: l’ultimo trofeo messo in bacheca rimane la Super Coppa del 2014. Quindi c’è da cambiare: c’è un ciclo alla conclusione e ce n’è uno da iniziare. Sono cose normali ed umane, non è questione di bocciature perché poi sono successe delle cose, come l’ammutinamento del 5 novembre, che hanno evidenziato problemi interni che non sono chiaramente esplosi in un giorno e che ancora non sono stati risolti.”
Nel contratto che De Laurentiis ha stipulato con Gattuso, c’è una clausola: se non si raggiunge almeno un obiettivo europeo, ci si saluta. Alla fine dei sei mesi, amici come prima e arrivederci. Questo Napoli può raggiungere un qualche obiettivo europeo, viste le difficoltà che sta incontrando in campionato?
“Per quanto riguarda le clausole contrattuali a me risulta che ce ne sia una, di uscita per entrambi. Con date e scadenze diverse: il contratto siglato è valido fino al 2021, quindi Gattuso è coperto anche per la prossima stagione. Da questo contratto si può liberare sia il Napoli, sia l’allenatore. Questo significa che a fine stagione le parti si guarderanno negli occhi e capiranno se ci sono i presupposti per continuare insieme.
Quindi, per quel che mi risulta, la via di uscita ce l’ha sia De Laurentiis che Gattuso. Ufficialmente, però, le parti non hanno comunicato nulla. Per quanto riguarda l’obiettivo, io credo che l’obiettivo Europa è inteso come Europa League, e non di più, perché sarebbe veramente velleitario parlare di Champions o qualificazione in Champions.
Per il Napoli, attualmente, paradossalmente, sarebbe meno complicato, non più semplice, ma sicuramente meno complicato vincere la Champions. Ottenere così la conferma nella massima competizione europea, piuttosto che andare a rimontare fino al quarto posto. Credo che l’Europa, più vicina al Napoli, perché lontana solo due partite, per così dire, può avvenire tramite la vittoria della Coppa Italia.”
Gattuso ha cambiato un pò il modo di gestire il gruppo. All’inizio, anche per conoscere il gruppo, ha usato la “carota“. Adesso ha tirato fuori il “bastone“, vedi quanto accaduto con Allan, col quale ha poi fatto pace.
Può essere questa una chiave di lettura significativa e che poi darà risultati? Come se volesse dire al gruppo di essere uniti e compatti per raggiungere l’Europa, tutti uniti, chi si allena gioca, chi è con la testa altrove (multe e simili) rimane fuori?
“La mia idea, senza voler essere dalla parte della ragione a tutti i costi, è che ci sia una sorta di “metodo Gattuso”. Vale a dire: dal primo giorno, ossia dall’11 dicembre, cioè da ben 70 giorni è più o meno lo stesso. Lui ha detto, fin dal primo giorno, che pretendeva il massimo da tutti e chiedeva sacrifici.
Ha anche detto e sottolineato, nel periodo del mercato, che, da giocatore esperto qual’è stato e conoscendo bene le pressioni di quel periodo, avrebbe aspettato che finisse il mercato per accelerare e così ha fatto. Così continuerà a fare. Io credo che non usi né bastone né carota.
Lui sta cercando di usare un metodo coerente di dirigere gli allenamenti, facendo leva sulla voglia di raggiungere un risultato. Ieri ha negato il giorno libero, non per fare il duro. Perché un professionista, secondo me, non dovrebbe neanche chiederlo. Se sa che si gioca la domenica sera in trasferta e si rientra in nottata e il venerdì si deve rigiocare a Brescia.
Parlare di giorno di riposo in un periodo in cui devi affrontare Barcellona ed Inter, inframezzato dalla partita casalinga con il Torino non ha senso. Non perché bisogna soffrire in ogni caso, ma perché è giusto concentrarsi su quelli che sono gli obiettivi.”
La sentenza che è arrivata oggi pomeriggio e che ha dato torto ai giocatori che chiedevano la ricusazione dell’arbitro per il caso delle multe, secondo te può cambiare qualcosa nell’aspetto psicologico gli equilibri o no?
“No. Uno a zero per De Laurentiis, ma siamo solo al primo round. Ce ne saranno diversi altri, però, bisogna uscire dall’ipocrisia generale quando si dice che certi aspetti non devono contare in campo. Quando Gattuso parla di sonno che gli manca la notte, quando vede la differenza di rendimento per quel che vede in allenamento e quel che vede in partita, si riferisce anche a questo.
Non è una questione di creare alibi per i giocatori, ma è una questione oggettiva, perché di questo parliamo. Non è solo un problema di multe, è un problema di rischio, in prospettiva, di causa civile per danno d’immagine che comporta Costi e rischi molto più elevati di quelli fin qui trattati. Tutto questo, secondo me, influisce, anche in campo.
Abbastanza ipocrita, secondo me, parlare ancora del rinnovo di Mertens. Anche se non è una critica all’attaccante belga. Ditemi qual è il calciatore che, in questo momento, firmerebbe un nuovo contratto col Napoli, pur sapendo di rischiare di poter perdere un milione di euro o più per una causa civile. Di questo parliamo”