Gianni Francini: “Napoli, alla Sardegna Arena come a San Siro”
Giovanni Francini è stato sulla fascia sinistra del Napoli per sette anni, riuscendo a sollevare trofei: lo scudetto del ’90, la Coppa Uefa dell’89 e la Supercoppa italiana del ’90. Oggi vive il Napoli da fuori e lo fa da tifoso appassionato. Parla degli azzurri in vista della gara di Cagliari, per la quale non saranno parte del gruppo Allan – che Gattuso ha deciso di lasciare a Napoli dopo allenamenti deludenti – e i vari infortunati Koulibaly, Milik e Lozano.
Napoli che vince con le grandi e perde con le squadre di livello inferiore. Come mai? «È una questione di mentalità. Sicuramente quando incontri squadre più forti entri con un’altra cattiveria agonistica, mentre di fronte alle piccole pensi di averla già vinta e magari fai più fatica. Bisognerebbe affrontare tutte le partite alla stessa maniera e stare più attenti. Infatti con l’Inter, Juve e Lazio il Napoli non ha concesso nulla, la squadra era molto più attenta e corta. Contro il Lecce la prima mezz’ora potevano arrivare tre gol e la partita sarebbe stata chiusa. Ma è una questione di testa e di affrontare le squadre più piccole pensando di aver già vinto, invece si rivelano le partite più difficili».
Oggi ci sarà il Cagliari. Che partita bisogna aspettarsi? «Mi auguro di vedere il Napoli che abbiamo visto contro l’Inter. Una squadra attenta, corta e che sa colpire in velocità come sa fare in ripartenza. Il Cagliari è comunque una bella squadra che sta facendo cose interessanti quest’anno. Bisogna stare molto attenti, sapendo che è una partita difficile».
Come può il Napoli colpire e portare i tre punti a casa? «Giocando corti, compatti e lasciando poco spazio alle ripartenze degli altri. Questo perché quando concediamo troppo spazio agli avversari andiamo in difficoltà. Invece con la compattezza non si corre il rischio di staccare troppo i reparti non lasciando così vuoti importanti per l’avversario».
Fuori Allan perché “ha camminato durante gli allenamenti” (parole di Gattuso). Da cosa può nascere questo tipo di atteggiamento? «Difficile da capire. Viene da pensare che forse non sarà contento di essere rimasto a Napoli, della mancata cessione. Magari anche sottotono per la stagione che sta disputando la squadra. A prescindere da tutto, è un brutto atteggiamento. Se l’allenatore dice una cosa del genere… Da un giocatore come Allan ci si aspetta sempre tanto. Essendo uno dei leader dovrebbe dare lui l’esempio, dovrebbe tirare il gruppo».
Cosa ha portato l’arrivo di Gattuso a Napoli? «Per ora vediamo partite altalenanti, ma non è facile quando arrivi in corsa in una squadra che non hai creato tu. Non è semplice, però almeno ha portato un po’ di cattiveria in più, ha risistemato la squadra. A gennaio sono arrivati anche dei giocatori che penso abbia voluto lui stesso. Adesso speriamo che d’ora in avanti vedremo un altro Napoli. Inizia un periodo della stagione dove si decideranno parecchie cose. L’auspicio è quello di trovare un Napoli pronto per queste sfide importanti».
Quali obiettivi può raggiungere questo Napoli? «Fino alla partita con il Lecce speravo ancora nel quarto posto. Avessimo vinto con il Lecce, si rimaneva a 9 punti dall’Atalanta, quindi avremmo avuto tutto il tempo per sperare di arrivare nelle prime quattro. Adesso un po’ meno, onestamente sono troppi 12 punti di distanza. Speriamo almeno che possa arrivare la vittoria della finale in Coppa Italia. Manca ancora il ritorno con l’Inter, ma vista com’è andata la prima gara a San Siro le premesse per passare il turno ci sono. La Coppa Italia sarebbe un bel traguardo. In Champions vediamo cosa accadrà. È una sfida interessante ed io non vedo un risultato scontato. Mi auguro di vedere un Napoli attento come lo si è visto con Inter e Juventus».
Fonte: Il Roma