D’altronde, club e tecnico sono andati incontro in tutto al centrocampista negli ultimi tempi. Non è scontato concedere una settimana in Brasile per andare a conoscere il figlio appena nato, nel mezzo della stagione agonistica. Tutto questo per regalargli serenità. Certo, c’era l’infortunio che in ogni caso gli avrebbe impedito di scendere in campo, ma da quando è tornato non ha ancora dimostrato di essere in forma. Ovvio che Allan al top è uno dei mediani più forti della Serie A, ma quando gioca a ritmo più blando è uno qualsiasi. Per Allan sono stati dodici mesi particolari, vissuti sempre in prima linea: nell’ammutinamento è stato tra quelli in prima linea, quello più feroce nelle critiche e nel contestare la decisione di De Laurentiis.
Non a caso, è stato quello che ha avuto la proposta di multa più elevata. E poi il furto in casa: roba, ahimé, che può capitare qui come altrove. Ma che avvenne in giorni particolari, quelli successivi alla sommossa e che per qualche ora fecero temere dei collegamenti. Le indagini dei carabinieri, rapidi e precisi, ha smentito senza ombra di dubbio fin dal giorno dopo che quel gesto di criminalità comune fosse a firma di qualche frangia del tifo. L’ultima gara da titolare con la Fiorentina, poi lo stop prima delle gara di Coppa Italia con la Fiorentina e la partenza per il Brasile.
I sette minuti in campo con l’Inter non sono serviti a dimostrare a che punto è il suo recupero, certo è giusto un mese che non gioca una partita dal primo minuto e per uno come lui non deve essere una cosa facile da accettare, soprattutto se sta bene fisicamente. Intanto si gode il ritorno a casa della famiglia: magari gli servirà a ritrovare la serenità che appare perduta. All’estate mancano 4 mesi e queste partite serviranno a mettesi in mostra per gli acquirenti che verranno. Ammesso che De Laurentiis intenda davvero darlo via. Fonte: Il Mattino