Mario Tuccillo: «Aveva offeso l’arbitro, così “salvai” Ferlaino»

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La prima volta che mise piede in tribunale era il 1950, al seguito di Giovanni Leone: in quel momento, MarioTuccillo – giovane avvocato con una gran voglia di farsi strada – probabilmente non immaginava che nel 2020, a distanza di settant’anni, sarebbe stato ancora lì. Puntuale ogni mattina, come se il tempo non fosse mai passato; sempre alle prese con arringhe e magistrati, truffe alle assicurazioni, imputati e beghe giudiziarie da risolvere.

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Novant’anni il prossimo agosto, lucido e tenace, l’avvocato Tuccillo non perde un colpo, e soprattuttouna causa. La sua “prima” la ricorda? «Certo. In Corte d’Assise. All’epoca, andava di moda il “delitto d’onore”. Ogni tanto, ancora mi torna in mente quella ragazza di Afragola che difesi: aveva ammazzato il suo violentatore, una brutta storia, ma vi assicuro che fu una delle esperienze più straordinarie e emozionanti che abbia mai vissuto da avvocato».

Come andò a finire? «Fu assolta, ebbi un successo formidabile, di quella vicenda si parlò a lungo. Anche io sono di Afragola,ho radici profonde nella provincia, lei e io venivamo dalla stessa terra e questo contribuì ad appassionarmi ancora di più alla sua storia. Allora ero molto giovane,ma vi assicuro che, in oltre sessant’anni di attività, ne ho viste parecchie. E mi sono tolto parecchie soddisfazioni, anche nel mondo dello sport».

Chi ha difeso in quel settore? «Italo Allodi, per fare un esempio. Era il processo sul calcio scommesse, che si celebrò a Milano negli anni Ottanta; il pm che lo istruì si chiamava Giuseppe Marabotto e, se non ricordo male, poi fu arrestato per un giro di consulenze. A ogni modo, erano talmente tante le persone coinvolte, tra parti e indagati, che il processo lo organizzarono nella hall di un grande albergo. C’era anche il collega Vincenzo Siniscalchi, e molti avvocati torinesi che rappresentavano i vertici della Juventus,che pure era coinvolta. Ah, e ho difeso pure Corrado Ferlaino».

Che cosa aveva fatto il presidente? «Insulti a un arbitro».

Parolacce? «Quegli epiteti che si usano in occasione degli incontri di calcio».

E l’arbitro ovviamente lo querelò. «Sì.Eravamo alla pretura di Viareggio, ma risolvemmo tutto con una transazione: Ferlaino tirò fuori un po’ di soldi e l’arbitro ritirò la querela».

Fonte: Il Mattino

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