«Giorgio Corbelli sta rilevando il Napoli dall’ingegner Corrado Ferlaino». Sono poche righe d’agenzia, le ha appena battute l’Adn Kronos. Giorgio Corbelli, bresciano ma di Sant’Arcangelo di Romagna, da ieri mattina è in carcere, a Canton Monbello, per scontare una condanna di quattro anni, dopo il fallimento di Finarte e per una condanna per reati fiscali per i quali era già da un po’ agli arresti domiciliari. Il «re delle televendite», come venne etichettato, proprietario di Telemarket, un circuito specializzato nella vendita di oggetti e di opere d’arte, «nasce» mediaticamente a Napoli, con l’acquisto del 50% del pacchetto azionario del Napoli da Corrado Ferlaino, del quale diviene socio per un biennio in un’operazione da circa 150 miliardi di lire dell’epoca. Sono stagioni rovinose, che introducono al fallimento del 2004: una in serie A (con l’esonero di Zeman comunicato in diretta, alla Domenica Sportiva) e un’altra in serie B (allenatore De Canio), con promozione svanita praticamente a cinque giornate dalla fine, nell’1-1 interno con la Reggina in un San Paolo con 59.934 spettatori. Corbelli è una meteora nel calcio, ma è uomo di sport: presidente, a Rimini, del baseball, e campione d’Italia É un appassionato di basket: il parquet lo conquista, acquista prima Brescia, poi Forlì, rileva i diritti di Desio e trasferisce la squadra a Roma, diventando unico proprietario della Virtus. Quando esce dal Napoli, rientra nella pallacanestro, a Milano, prima di defilarsi e cedere ad Armani nel 2008.
Fonte: CdS