Altezza mezza bellezza, così si dice. Ma per il Napoli il discorso è sempre stato diametralmente opposto. Nel momento in cui si fece male Milik, 186 centimetri, e l’allenatore toscano individuò in uno dei più piccoli della rosa il suo sostituto ideale: Mertens, quasi 20 centimetri più basso del predecessore, esteticamente è ciò che di più lontano possa esserci da un centravanti, nel ruolo che per antonomasia apparteneva – e il tempo passato è d’obbligo perché con lo sviluppo di nuovi modi di fare calcio non è più così – a chi sulla stazza ci costruisce una carriera. Ne venne fuori il Napoli dei piccoletti che arrivò a sfiorare lo scudetto proprio con quei folletti lì. E da quel momento la filosofia societaria non ha cambiato le cose: ancora oggi quella che ora è allenata da Gattuso è la squadra più bassa della Serie A.
CONTINUITA’
Ogni club sceglie i propri giocatori in base al tipo di gioco che vuole imporre. Carletto ha segnato un punto di discontinuità con il passato, ma l’organico a sua disposizione non era quello giusto per le caratteristiche fisiche degli uomini che lo compongono: 181,4 centimetri di media, considerando l’altezza di tutti i calciatori, è il dato più basso del campionato. Anche da qui l’ingaggio di Gattuso, tecnico dall’interpretazione calcistica più simile a Sarri che ad Ancelotti, chiamato per tornare al passato. Sono da leggere in questo senso anche gli ultimi due acquisti.
Diego Demme e Stanislav Lobotka, rispettivamente 170 e 172 centimetri, non fanno della stazza il proprio punto di forza, ma questo non vuol dire che il Napoli ne perda di possanza fisica. Il diktat appare chiaro: più piccoletti, più capacità di fraseggio, più qualità tecnica. Questo vuole Gattuso. Con i due centrocampisti appena sbarcati a Castel Volturno il Napoli diventa una squadra ancor più bassa. Dei 28 calciatori che constano la rosa partenopea, ben 11 (Insigne, Younes, Mertens, Mario Rui, Leandrinho, Lozano, Allan, Malcuit, Callejon e i due acquisti di gennaio) non arrivano al metro e 80. Gli ultimi due, Demme e Lobotka, causano un calo della media: dai 181,4 centimetri di dicembre ai 180,7 attuali.
Il Napoli, dunque, si conferma la formazione meno dotata fisicamente in campionato e più congeniale al tipo di calcio rapido che punta ad esprimere il nuovo allenatore. Il più basso è Insigne, appena 163 centimetri, mentre il più alto è Llorente, insieme a Maksimovic, con i loro 193 centimetri. Considerando soltanto l’undici titolare, addirittura più della metà (6) non arriva ai 180 centimetri. Un dato che deve far riflettere, anche in virtù del passato: come poteva una squadra così bassa interpretare un calcio fisico come quello di Ancelotti? Fonte: Il Roma