Lobotka: «A Napoli il calcio è una religione. Hamsik? Un Dio per la città partenopea»
Ieri primo allenamento a Castel Volturno per Lobotka
«Sono al settimo cielo, vado in club con grande storia e grandi tifosi. Qui la gente percepisce il calcio come una religione»: saranno anche frasi già sentite, ma la sensazione che Stanislav Lobotka (che ha scelto la maglia numero 68), riportato da “Il Mattino”, al suo primo giorno da calciatore del Napoli, stia coronando un sogno è concreta, così come sono molto chiare le sue idee, dichiarate al portale della Federcalcio slovacca. «Il Napoli partecipa ogni anno a competizioni europee e da questo punto di vista vedo un passo importante in avanti per lamia carriera: cercherò di conquistare un posto da titolare, anche se so che non sarà facile. Ci sono grandi giocatori qui, quindi devo lavorare sodo. Ho una motivazione in più che è mia figlia Linduska, appena nata». Lobotka racconta anche quella genesi della trattativa e dell’inevitabile presenza dello slovacco che ha segnato la storia recente del Napoli, Marek Hamsik. «Ho saputo pochi giorni prima della fine del 2019 della trattativa con il Napoli, non è stato facile trovare un accordo con Celta Vigo. Marek è considerato un dio, non solo qui, ma anche in tutto il resto d’Italia, sono felice di arrivare nel suo ex club. Per ogni slovacco che viene in Italia o direttamente a Napoli, è bello vedere che Marek abbia reso il calcio slovacco un’eccellenza. Ci siamo scritti, mi ha dato molte informazioni sul club. Mi ha consigliato di essere me stesso. Dovrò lavorare e mostrare chi sono: non ho paura, non mi preoccupano le attese, anche se il Napoli è un club superiore al Celta».
La Redazione