L’ex portiere di Inter e Fiorentina, Sebastian Frey, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Gianlucadimarzio.com: “Avevo 18 anni, entrai nello spogliatoio dell’Inter e vidi Youri Djorkaeff. Non sapevo dire una parola in italiano, presto feci amicizia con i colossi del calcio francese. Fatti una stagione in prestito, mi dicevano, ma io non ne volevo sapere. Quando arrivai in Italia, avevo alle spalle una sola stagione da professionista. Eppure, all’Inter riuscivano a farmi sentire alla pari di tutti gli altri. Ogni tanto faticavo a crederci anch’io. Capitava che Ronaldo mi facesse uno scherzo, mi raccontasse qualcosa. E io ero lì che pensavo: ma questo è Ronaldo”.
Su Ronaldo: “Dicembre ‘98, eravamo alla Pinetina. Ronaldo era l’uomo immagine della Nike, che aveva spesso tantissimi soldi perché fosse il suo testimonial. Vediamo arrivare un camion gigantesco della Nike, non capivamo cosa potesse contenere. Cominciarono a scaricare un po’ di cose. Magliette, orologi, scarpe e cappellini firmati. Cinque, sei gadget per ogni giocatore, tutti in dono da Ronaldo. E’ il vostro regalo di Natale, ci disse lui. A mio figlio cerco di spiegare come il vero Ronaldo sia l’ex compagno di papà, non quello della Juve. Ma anche Gianluca Pagliuca invece che tirarsela era lì che mi dava consigli. Vai in prestito, vai in prestito, mi consigliava la gente. Non mi sono mai pentito di essere rimasto: un anno di allenamenti con calciatori di quel calibro mi ha fatto migliorare più di intere stagioni da titolare”.