Con l’ingresso di Mertens e l’uscita di Allan c’era stato il passaggio dal 4-3-3 al 4-2-3-1 e proprio il belga ha offerto il pallone al polacco. Ma non vi sono stati poi altri sussulti, anzi con quel modulo ultra offensivo e con quella voglia di ribaltare il risultato il Napoli ha concesso ampi spazi al contropiede del Parma. E l’ultimo – al terzo minuto di recupero – lo ha sfruttato Gervinho, che approfittando di uno scivolone di Zielinski ha fatto uno straordinario contropiede e ha segnato il secondo gol senza che nessuno si preoccupasse di contrastarlo. I 28mila presenti hanno fischiato, alla fine, tutti gli azzurri dopo aver inviato ancora una volta segnali di profondo dissenso verso Insigne, rimpiazzato nel finale da Lozano.
E così gli ampi sorrisi degli azzurri visti dopo la partita col Genk. Per la qualificazione agli ottavi Champions o per l’esonero di Ancelotti ormai nell’aria? Hanno lasciato spazio a nuovi volti torvi. A una depressione che bisognerà trasformare al più presto in carica agonistica altrimenti si rischia di andare a picco. Soprattutto perché non vi sono troppi giocatori con l’attitudine a lottare: è questo il pericolo maggiore adesso che il ciclo d’oro è finito e i sogni scudetto appartengono al passato.
Fonte: Il Mattino