Rino Gattuso è la sua terra. Rino Gattuso è il mare. Quello della sua terra, ma non solo. Schiavonea è a due passi dal mare, quello che oggi Rino ha ritrovato a Napoli «Perché il mare è come me, non sta ad aspettare nessuno, non sa star fermo. E perché è magico, cambia mille volte al giorno, con la luce, con le nuvole».
Se non avesse fatto il calciatore, Rino avrebbe fatto il pescatore: «Per me la parola «terrone» non si riferisce a un fattore geografico, è un luogo dell’anima. Per me esistono terroni del Sud e terroni del Nord. Essere terroni significa avere delle radici molto solide, vuol dire amare e portare avanti le tradizioni, non rinnegare mai la propria cultura e la propria identità, dare al proprio figlio maschio il nome del nonno, avere un rispetto sacro per la famiglia e per gli amici». Gli amici sono quelli di Schiavonea, insostituibili, l’amico è Marco Materazzi, poi ancora Gascoigne. Ha vinto tanto, Gattuso, ma sempre con umiltà. Con la consapevolezza di dover correre e lavorare tanto. In Germania per giocarsi il Mondiale, ci sarebbe andato anche di corsa, ma non ce ne fu bisogno. Dopo ha festeggiato. Prima ufficialmente al Circo Massimo a Roma, poi a Schiavonea. La sua città. Il suo mare. In un posto da terrone.
Il Mattino