Bertoni ricorda: «Battemmo l’Udinese con gol miei e di Diego dopo il ritiro di Vietri»

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Il ritiro di Vietri sul Mare, quello di inizio gennaio 1985, cambiò la storia del Napoli di Maradona: gli azzurri erano in grande difficoltà in campionato, reduci da tre sconfitte consecutive e poco più su della zona retrocessione. Furono i giorni della svolta: la partita successiva, quella del giorno della Befana contro l’Udinese, finì 4-3 con doppiette di Maradona (2 rigori) e di Bertoni.

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L’attaccante argentino ai microfoni de Il Mattino:

Quanto fu importante per voi quel ritiro? Cosa avvenne tra voi in quei giorni? «Fumolto importante per il gruppo: ci allenavamo, mangiavamo, giocavamo a carte. Capimmo con l’allenatore quale strada prendere e da quel momento cominciò un altro campionato».

Anche questo ritiro può essere stato importante per il Napoli per uscire fuori dalla crisi? «È stata l’occasione per allenatore e giocatori di stare insieme e di confrontarsi: è importante essere vicini. Ora dovranno lottare tutti insieme per provare a riavvicinarsi alla zona Champions».

Il quarto posto è ancora possibile? «Il campionato è ancora lungo, ma ora bisogna pensare a una partita alla volta, quindi a questa con l’Udinese».

Come spiega questa crisi del Napoli? «È veramente difficile da spiegare, il Napoli negli ultimi anni ha lottato per lo scudetto e non può avere dimenticato come si gioca al calcio: la squadra più o meno è la stessa con qualche innesto. C’è tempo per rimettere le cose a posto, però serve una scossa rappresentata da una vittoria».

Con Ancelotti? «Ancelotti è uno dei migliori allenatori di Europa: se ne può uscire fuori tutti quanti insieme continuando a crederci».

A Udine il Napoli e Ancelotti non possono più sbagliare: che partita si aspetta? «I valori tecnici del Napoli sono superiori, anche se nell’Udinese ci sono giocatori forti tecnicamente come De Paul. Sono due squadre che stanno attraversando un periodo difficile: gli azzurri hanno solo 20 punti, l’Udinese è poco più su della zona calda ma è più forte rispetto ad altre formazioni che lottano per non retrocedere e si tirerà fuori. Ma la squadra di Ancelotti deve concentrarsi su se stessa e non pensare agli altri».

Come spiega la differenza di rendimento del Napoli tra la Champions e il campionato? «Difficile da spiegare anche questo, visto che il Napoli partiva tra le anti-Juve. Sta facendo benissimo in Champions, ha battuto il Liverpool al San Paolo e ha pareggiato ad Anfield. Ora gli resta l’ultimo ostacolo, il Genk, anche se è una partita da non sottovalutare perché gli avversari non hanno nulla da perdere».

Insigne vive un momento difficile, fischiatissimo dai tifosi del San Paolo al termine delle ultime due deludenti partite contro Genoa e Bologna: che ne pensa? «Per me Insigne è un grande calciatore, protagonista anche con l’Italia ed è cresciuto molto a livello internazionale. Deve abituarsi anche alle critiche che ci sono quando le cose non vanno bene, così ci sono i complimenti quando arrivano le vittorie. È un patrimonio importante per il Napoli».

Come spiega il calo di Koulibaly? «Per me è sempre un giocatore importantissimo per la sua forza fisica, la sua altezza sui palloni alti: quando la squadra non gira tutti vengono condizionati in maniera negativa. Il calcio non è uno sport individuale come il tennis o il pugilato, dove sei soltanto tu contro l’avversario».Fonte: Il Mattino

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