Il clima da Far West è alle spalle. Ora è il tempo di capire se c’è o meno la forza, la personalità e la mentalità per uscire fuori da questa crisi senza precedenti: l’impressione è che sia Udine la partita della verità e solo un successo al Friuli farebbe traballare di meno la panca di Carlo. Rischia? Sì e lo sa bene. Anche se De Laurentiis fa fatica a trovare un traghettatore fino a giugno (Gattuso non sarebbe interessato a una simile proposta ma magari Reja, ora ct dell’Albania, o Prandelli sì). Al di là dei messaggi rassicuranti del presidente e del ds Giuntoli, Carlo conosce le regole del gioco. Gli indizi inducono a pensare che nel club sia iniziata una riflessione su come il tecnico abbia gestito la squadra fin qui. Nessun capo d’accusa, nessun dito puntato. Ma in un modo o in un altro da questa situazione bisogna uscirne. Qualcuno suggerisce il ritorno di Francesco Sinatti, il preparatore atletico di Sarri: ma Ancelotti non accetterebbe un simile innesto in uno staff tecnico da lui blindato. Si va avanti così, punto e basta. Ma bisogna combinare qualcosa di buono in campionato. Carlo è teso e non potrebbe che essere così. Difficilmente recupera Allan per la gara con l’Udinese e spera di averlo, almeno, per quella col Genk. Ma è l’Udinese la tappa fondamentale del cammino napoletano del tecnico più vincente della storia del calcio. Ma che qui fatica a prendere in pugno questo manipolo di calciatori in maglia azzurra.
Fonte: Il Mattino
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Ancelotti ha la fiducia della società, ma ADL non è contento
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