Taglialatela scrive una lettera a Il Mattino: «Basta scontri, adesso bisogna fare gli uomini»
Batman Taglialatela affida a Il Mattino il suo pensiero del momento del Napoli
“Dopo il pareggio a Milano ho pubblicato su Twitter un post dedicato al Napoli, la mia squadra del cuore, quella in cui ho giocato oltre duecento partite e di cui sono stato orgogliosamente il capitano. Ho interpretato il sentimento dei tifosi azzurri scrivendo: soffriamo come matti, ora fate gli uomini. Non voglio accusare nessuno, da ex calciatore ho sempre cercato di stemperare i toni nei momenti difficili perché conosco bene le dinamiche dello spogliatoio. Ma questa vicenda mi turba perché nel Napoli di De Laurentiis c’è ricchezza: stipendi puntualmente pagati, grandi calciatori e grandi allenatori. Tutto sembra perfetto, il livello è altissimo da anni. E proprio perché vi è questa ricchezza non capisco come si arrivi a un punto simile in una vicenda che sarebbe teoricamente semplice da gestire ma che è diventata atroce.
Se fossi stato nello spogliatoio del Napoli il 5 novembre, avrei detto ai miei compagni: torniamo in ritiro. E invece è accaduto qualcosa che ha rovinato la bella storia di questa squadra, di cui tutti eravamo orgogliosi. Io sono cresciuto nel gruppo di Maradona: soltanto grazie a lui abbiamo vinto gli scudetti, però il Napoli degli ultimi anni ci ha reso felici con un collettivo esaltante e ci ha rasserenato con un ambiente allegro. Dov’è finito tutto questo? Me lo sono chiesto in queste settimane, ripensando a momenti veramente difficili vissuti nel Napoli. Ad esempio, la stagione 93-94, quella in cui ci allenava Lippi: nove mesi senza stipendio, eppure ci allenavamo e giocavamo, riuscimmo a conquistare la qualificazione in Coppa Uefa. Sono stato il portiere della squadra che nel 1999 retrocesse con 14 punti in serie B. Un’annata con tante mortificazioni, però scendevamo in campo sempre con grande professionalità e i tifosi ci furono vicini perché coglievano il senso di impotenza di una squadra che era in balia delle onde: inevitabile, in quella situazione, affondare.
I metodi di De Laurentiis possono piacere o meno, tuttavia è incontestabile la qualità del lavoro che porta avanti da 15 anni e non a caso il Napoli si è fatto onore in Italia e all’estero. Nel cuore dei tifosi, dopo gli anni con Maradona, vi sono i calciatori di questa epoca. Ma ho l’impressione che questi ragazzi non lo abbiano capito, altrimenti non avrebbero fatto quel clamoroso colpo di testa negli spogliatoi del San Paolo. Quando ho scritto ora fate gli uomini ho pensato che sia il momento di assumersi le responsabilità di questa situazione, che vanno equamente divisa al 33 per cento tra società, allenatore e squadra. Basta con questa diatriba che amareggia i tifosi e non risolve il problema. I rapporti vanno ricuciti perché altrimenti come potremmo arrivare alla fine della stagione? La maglia del Napoli deve trasmettere gioia in chi la indossa: io ricordo che nella stagione 96-97, con Simoni in panchina, non lottammo per lo scudetto ma riempimmo sempre lo stadio e arrivammo alla finale di Coppa Italia.
Mi auguro che si mettano da parte i rancori e che la squadra torni a farci divertire perché la stagione è ancora molto lunga. Arriverà poi il momento giusto per confrontarsi, per capire chi vuole restare a Napoli e chi ha deciso di chiudere questa esperienza. Ma non si offendano i sentimenti del pubblico: quando un matrimonio finisce, non devono essere i figli, in questo caso i tifosi, a pagarne le amare conseguenze”. Fonte: Il Mattino