I due episodi di delinquenza comune, secondo la valutazione degli inquirenti, come l’intrusione in casa di Allan e il furto nell’auto di Zielinski non hanno alcuna regia “ultrà”. E il Napoli è una società che non vince lo scudetto e non acquista Cristiano Ronaldo, ma che conduce da sempre una battaglia contro l’illegalità, con fatti concreti come le denunce alla magistratura di ricatti di gruppi ultrà. Però i titoloni recitano (Gazzetta dello Sport) «Che danno: i top d’Europa ci penseranno prima di venire». E ancora, sempre sulla rosea, una chiosa offensiva in merito ad un approdo di Ibrahimovic al Napoli: «Città bellissima da visitare, difficile da vivere nella quotidianità. Ibra però è cresciuto a Rosengard, il ghetto di Malmoe che ha poco da invidiare a certi quartieri napoletani malfamati». Si credeva che si fossero superati i tempi in cui si diceva che il Napoli non potesse acquistare il bomber Savoldi perché la città era ricoperta di spazzatura (1975) o che dietro alla clamorosa operazione Maradona c’era la camorra (1984)- Gli odiatori di professione, ovviamente, cavalcano l’onda. Nessun episodio viene sottovalutato né dai magistrati napoletani né dalla Procura federale, ma nel frattempo si ristabilisca la realtà dei fatti. Per quanto riguarda il calcio, perchè questo sicuramente non lo è, tocca a De Laurentiis, ad Ancelotti e ai giocatori trovare la chiave per ricompattare il Napoli in un momento estremamente critico, ma non c’è bisogno di creare ulteriore confusione in un ambiente piombato nel caos, certamente per proprie responsabilità, e di mortificare una città che già fa tanta fatica, tutti i giorni, ad affrontare la condanna dei luoghi comuni.
Il Mattino