Ciccio Marolda: “Quello che ora serve è che qualcuno ci metta la faccia, il silenzio stampa è un’offesa”
Il silenzio oltre a essere un danno è pure un’offesa, una fuga dalle responsabilità
L’opinione di Marolda sulle pagine de Il Corriere dello Sport:
“Sarebbe stato bello dire che è tutto passato, che era bastato mettere sotto il povero Genoa per dimenticare. Come se niente fosse stato, insomma. Sì, volendo si sarebbe potuto fare anche finta d’essere smemorati o d’avere la memoria corta assai. Invece, a problemi si sono aggiunti altri problemi e a paure altre paure. Perché non solo il Genoa ha fatto pari, non solo il Napoli arretra ancora rispetto alle concorrenti, ma neppure lo strappo è stato racconciato. La ferita, infatti, è ancora aperta e la mortificazione è sempre là: profonda, amara, velenosa per tutta la città. Ah, quanto sarebbe servito un successo contro questo Genoa magari un po’ stracciato, ma orgoglioso. Vero, tre punti presi in qualche modo sarebbero almeno serviti a firmare tra i “nemici” una tregua armata. Magari una sospensione momentanea delle ostilità. Una moratoria, insomma. Invece un’altra delusione, mentre non sono bastati quattro giorni per provare a spiegare alla gente quello che è successo e, soprattutto, quello che i protagonisti di questa brutta faccenda ora vogliono che accada. Perché questo è il punto, il dubbio, l’interrogativo al quale tutti questi signori hanno il dovere di dare una risposta. Altro che tacere! Altro che chiudersi o chiudere la bocca a tutti quanti. Anche alla luce di quest’altro timido e inutile pareggio, chi spiega, chi racconta, chi rassicura la gente del pallone? Lo scudetto, questo s’è capito, è stato un’illusione, pure un inganno se si vuole, ma di tutto il resto che sarà? Ormai, cercare colpe e colpevoli non interessa più. Ognuno può pensare quello che gli pare. Quello che ora serve è che qualcuno ci metta la faccia e s’impegni con la gente – per se stesso e per tutti, si capisce – sulla conquista degli ottavi di Champions, sul riaggancio almeno al quarto posto in campionato per partecipare anche alla prossima edizione e, perché no, pure per una ambiziosa Coppa Italia. Ecco: chi s’impegna per questi obiettivi che sono cose serie? Lo farà Ancelotti in qualche modo? Lo farà la squadra o qualcuno della squadra? Perché per tutto quello che il Napoli ha da risistemare e per la riconquista dell’affetto, della stima o almeno d’un minimo di comprensione da parte della gente, il silenzio oltre a essere un danno è pure un’offesa, una fuga dalle responsabilità. E sbaglia chi l’impone e chi l’accetta. Ma forse è pure comodo nascondersi dietro quel silenzio”.