Renica: “Quella volta sbagliammo noi e la società. Ancelotti si è comportato bene”
L'ex difensore del Napoli spiega come il club azzurro ne potrà uscire
Si scrive 2019 ma qualcuno legge 1988. Si ricorda di ciò che accadde a fine campionato, con il secondo scudetto quasi cucito in petto, poi conquistato dal Milan, e una lettera che Garella rivelò a voce alta, come lo riporta in un’intervista al CdS, uscendo dallo spogliatoio, a nome di tutta la squadra contro l’allenatore Bianchi. «Ma quello fu un errore e io fui tra i primi a sostenere fosse una scelta sbagliata». Trentuno anni fa c’era, Alessandro Renica, difensore di quel Napoli, oggi spettatore interessato di una «rivolta» che, spiega, ha pochi punti in comune con quella da lui vissuta.
Perché non si possono fare paragoni? «Perché ci sono troppe differenze. A noi era la fine del campionato ed eravamo reduci da una brutta sconfitta. Ora, invece, non siamo neppure a metà stagione».
Vuole ricordare come andò? «Sarebbe difficile ricostruire quella vicenda e comunque servirebbe una giocata intera. Diciamo che in quel momento qualcuno, con molta emotività, decise di fare un comunicato sbagliato. L’errore fu nostro ma anche della società. Ora, dato che sto cercando di farmi un’idea, la situazione è completamente diversa».
Come la interpreta? «Il problema principale è la mancanza di comunicazione tra il presidente e la squadra. Sembrano due entità distanti. De Laurentiis è un presidente autoritario e forse i giocatori, che stanno dando tutto, non credevano di meritare il ritiro. Per questo si sono ribellati. Non è calcio se uno pretende i risultati con la forza. Ma sa l’unico, in questa vicenda, che si è comportato bene, chi è?».
Ancelotti? «Esattamente. In conferenza è stato chiaro. Non era favorevole al ritiro ma lo ha accettato perché fa quello che gli dice la società. Ancelotti da troppo tempo viene criticato, l’ho fatto anche io ma solo per idee di campo, non sono mai andato oltre. Invece qualcuno continua a metterlo in discussione ma lui resta uno dei più grandi allenatori in Europa».
Sabato c’è il Genoa. «È difficile prevedere cosa accadrà. Di sicuro, non è con queste tensioni interne che uno può sperare di ottenere una reazione da parte della squadra. Si cresce solo parlando poco e lavorando tanto. Anche perché la stagione è ancora tutta da vivere».
Dove immagina il Napoli in primavera? «Se continua a farsi del male da solo rischia di non raggiungere nessun obiettivo. Ma se si ricompatta, per la qualità che ha, può ambire a traguardi importanti. Si pensi alla Champions: gli ottavi sono vicini e se li supera, sarà difficile per chiunque affrontare il Napoli».
In attesa del miglior Koulibaly. «Non c’è ancora intesa con Manolas, anche perché i due non sono complementari. Avrei fatto scelte diverse per sostituire Albiol. Non discuto le qualità del greco, ma le sue caratteristiche. Serviva uno in grado di condurre la difesa».
La Redazione