Paparesta: “Spiegare le interpretazioni aiuterebbe tutto il movimento”

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 Ex arbitro internazionale, Gianluca Paparesta ha diretto 135 gare in Serie A e detta due ingredienti per diradare le attuali nubi sull’applicazione del VAR. «Linee guida chiare e maggiore comunicazione da parte degli arbitri». È stato un altro week-end di polemiche: falli di mano di Callejon e di De Ligt ma rigore solo nel primo caso. «Tra i due casi vedo poca differenza. Callejon porta il braccio verso la palla per portarsela avanti, il difensore la colpisce perché forse gli schizza ma secondo le nuove disposizioni sono entrambi falli da rigore». 

Factory della Comunicazione

Episodi che aumentano i dubbi sulla corretta e coerente applicazione del VAR? 

«Purtroppo ci sono confusione e contraddizione. E la cosa che maggiormente mi preoccupa è che gli stessi addetti ai lavori non ci stanno capendo nulla. È sintomatico che Sarri e Conte, gli allenatori delle squadre che stanno al primo e al secondo posto, dicano che non hanno compreso quando e come vanno applicate le disposizioni sui falli da rigore. Se lo pensano loro… Il problema si potrebbe risolvere se ci fosse maggiore apertura da parte dell’AIA. Nell’epoca della comunicazione non è più accettabile che gli arbitri non parlino pubblicamente. Sarebbe positivo anche se lo facesse un loro rappresentante, per spiegare le interpretazioni corrette ed anche il motivo di certe decisioni. Se ne gioverebbe tutto il movimento: ci sarebbero meno polemiche e la casistica accertata aiuterebbe i giovani arbitri».


Rispetto ai primi mesi del 2017, quando venne introdotto il Var, è cambiato qualcosa? 

«Non credo. La verità è che questa rivoluzione va completata e primaria è la comunicazione. Invece di fare solo i raduni l’AIA, ripeto, apra alle interviste perché con le spiegazioni le decisioni verrebbero accettate con maggiore serenità». 


Anche se resta inspiegabile perché si ricorre al video, per esempio, per il rigore per mani di Callejon e non per il fallo su Llorente in Napoli-Atalanta: è una questione di personalità degli arbitri? 

«Sembrerebbe di sì. Fa discutere perché non è andato al video Giacomelli e invece Rocchi, per esempio, sì. Ha sbagliato Giacomelli anche perché se fosse andato magari avrebbe anche confermato la sua decisione ma di certo sarebbe stata accettata meglio. Poi mi è parso assurdo espellere Ancelotti che lo stava aiutando a calmare gli animi». 


A lei avrebbe fatto piacere avere questa tecnologia a disposizione? 

«Senza alcun dubbio, perché in campo talvolta si ha percezione diversa di quello che realmente accade. Ai detrattori del Var dico che, per esempio, sono stati azzerati gli errori sui fuorigioco. Capisco i miei ex colleghi, cambiare direzione e approccio alla gara dopo anni senza Var non è facile. Per questo dico che il protocollo deve sanare queste incertezze, poi l’errore è umano. La regia unica non risolve, non come l’uniformità di applicazione e di interpretazione seguendo precise linee guida». 

Fonte: Il Mattino

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