Zlatan Ibrahimovic, 38 anni compiuti pochissimi giorni fa, insegue il sogno di tornare a giocare nel nostro campionato, anche se tempo fa diceva: «L’Italia e la serie A non hanno futuro». Ebbene Zlatan ha cambiato idea:
«Ho un bel rapporto con Ancelotti, è un grande allenatore ma, soprattutto, è una grande persona. Ho avuto la fortuna di conoscere prima la persona e poi di lavorare con lui (al Psg, fece 35 gol in 46 partite, ndr), di averlo come allenatore. Mi spiace sia durato solo un anno, avrei voluto più anni, perché era un bel periodo per la mia carriera e, secondo me, anche per lui. Sicuro, mi piacerebbe essere allenato ancora da lui».
Ibra è a Malmoe, la città svedese dove da bambino figlio di emigranti (madre croata, padre bosniaco) ha vissuto momenti complicati. Gli hanno dedicato una statua e lui è lì nel giorno della sua inaugurazione. Orgoglioso. D’altronde, basta leggere la sua biografia per capire che fanciullezza ha vissuto il ragazzone.
LA TENTAZIONE
Probabilmente l’uomo, prima del professionista, è attirato da una delle poche rose che ancora non ha colto. Saresti ancora pronto per la nostra Serie A? chiede l’intervistatore di Sky. E lui candidamente: «Al 100%. Per come mi sento e per come gioco, faccio ancora la differenza, in Italia e in tutti i Paesi». Modesto, come sempre. Non è cambiato. Neppure adesso che gioca a Los Angeles che è la periferia del pallone (ma non degli stipendi). Lo spavaldo Zlatan non ha dubbi: «Ritirarmi? Vediamo, ci sono tante cose a cui pensare, come vedere fisicamente che opportunità c’è. Ma per giocare in Italia, non vedo nessun problema, faccio meglio di quelli che ci sono».
IL MANAGER
Di sicuro, ora che Raiola e De Laurentiis vanno a braccetto, Mino «il ciccione idiota (la definizione è di Ibra, gli avrà più volte offerto lo svedese. D’altronde, ha messo su un piatto prima Balotelli e poi Kean, figurarsi se non ci ha provato per il suo vero pupillo. Risposta: no grazie. D’altronde, De Laurentiis, prima della gara con il Real Madrid, un’intervista a Walter Veltroni ammise candidamente: «Quale giocatore mi piacerebbe avere? Se proprio potessi scegliere mi piacerebbe avere quel grande gigante che adesso sta al Manchester United… Ibra. L’ho avuto ospite a cena a Los Angeles ed è un uomo di una simpatia unica. Quando è in campo sembra sempre incavolato, invece ha una famiglia meravigliosa. Ed è un uomo anche estremamente piacevole nella conversazione». Pochi anni prima, sicuramente non esagerando, quando chiesero se preferiva tenersi Cavani o scambiarlo con Ibra, il patron azzurro non ebbe dubbi: «Mi tengo stretto il Matador, d’altronde è anche più giovane».Fonte: Il Mattino