Interrogativi sul modulo di Ancelotti – Manca un regista e Allan non lo è

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Proviamo con il 4-3-3: un’ora o poco meno, con Lozano-Mertens-Insigne, nella interpretazione poi del 4-1-4-1, nella riproduzione del vecchio Napoli con Callejon-Martens-Insigne e infine senza più tracce del tridente, la scossa sfruttata da Ancelotti per decodificare se fosse una questione di schema, di atteggiamenti, di naturalezza o ci fosse dell’altro. Il passato è una terra lontana, perché manca qualcosa per ripiombare in quel tiki-taka che ha avuto un senso quando c’era Jorginho o alle sue spalle c’era Diawara o comunque un play che interpretasse il ruolo a modo proprio, giocando corto e poi lungo, andando negli angoli di passaggio, o fungendo da schermo dinnanzi alla difesa, collegandosi spesso in orizzontale, come richiesto da Sarri, come conferma il Corriere dello Sport, per lasciare poi che il Napoli entrasse dentro con le mezze ali o con gli esterni. Stavolta è diverso ed è (ancora, sempre) tutta «colpa» del Real Madrid, perché nel piano di rimodulazione, a giugno, c’era anche Federico Valverde, 21 anni compiuti a luglio, uruguayano, un centrocampista ampio, moderno, plasmabile e con in sé il senso geometrico del calcio e anche una naturalezza a stare là in mezzo. Il Napoli di Ancelotti ha gli esterni ideali per dedicarsi al tridente, deve però scovare in sé una figura che non è in Allan e che volendo Zielinski e Fabian Ruiz potrebbero costruirsi, ma lavorando un po’, mentre invece l’ansia da prestazione rifiuta il laboratorio e va di fretta. Ciak, si ricambierà ancora (questo è il sospetto). 

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La Redazione

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