Doppio ex W. Novellino: “Insigne? Pensi al campo e i parenti fuori da questioni tecniche”
Il doppio ex parla della sfida di Torino ed è deluso dal momento degli azzurri
Un po’ cuore Napoli e un po’ cuore Toro. Walter Novellino, intervistato da “il Mattino”, che vent’anni fa riportò gli azzurri in serie A, guarderà la sfida di domani con gli occhi del doppio ex. Uno che sente di somigliare ad entrambi gli allenatori. «Mi rivedo in Mazzarri per il modo con il quale vive le partite, non si può dire che a bordocampo sia un tipo tranquillo. Con Carlo invece ci accomuna forse la gestione dello spogliatoio».
Le due squadre non ci arrivano benissimo. «Eh no, diciamo che non sono al massimo della forma».
È messo peggio il Torino o il Napoli? «Il Toro ha perso due gare all’ultimo minuto, con due pareggi nessuno avrebbe avuto da ridire sul suo campionato. Forse paga lo scotto di una preparazione anticipata».
Questione fisica, allora? «I preliminari di Europa League non sono una barzelletta: i granata si allenano da tre mesi e ci può stare in questo periodo una leggera flessione».
Il Napoli invece? «Ho l’impressione che qualcosa scricchioli fuori dal campo. Spero di sbagliarmi».
Il riferimento è al caso Insigne, giusto? «Sì, è una storia che non mi piace. Non giustifico l’atteggiamento di parenti e amici. Che ognuno resti a casa propria, nessuno deve intromettersi nel rapporto tra Lorenzo e la squadra».
Situazione spiacevole, visto che parliamo del capitano. «Sono cose che non fanno bene alla vita dello spogliatoio. E non è la prima volta che accade una cosa del genere».
La delusione di non giocare ha annebbiato la mente di Insigne? «Faccia il calciatore, le scelte non spettano a lui. Mi pare che si sia lamentato anche della posizione in campo: ma da quando un giocatore decide dove giocare? O forse Carlo ha bisogno di suggerimenti?».
Visto che siamo in tema, può essere utilizzato da esterno di centrocampo? «Ha una mentalità offensiva, essendo un figlioccio di Zeman e del suo 4-3-3. Può giocare ovunque, pure da seconda punta. Si rimetta in riga e si ricordi di essere il capitano».
Magari domani gioca e fa gol.
«Perché no? È possibile. Quando sta in forma, fa la differenza».
Ha fatto bene Ancelotti a spedirlo in tribuna a Genk? «Benissimo. Doveva mandare al resto del gruppo il segnale che comanda lui».
Insigne non è l’unico problema in questo momento. «Stranamente il Napoli si è inceppato quando sembrava aver trovato il passo giusto. Dopo il Liverpool e il Lecce è calato».
Cosa si è inceppato? Testa o gambe? «La sconfitta con il Cagliari ha complicato il cammino. Se lotti per lo scudetto, non puoi perdere in casa una partita al 90′ averla dominata. Da allora i calciatori sono cambiati: erano spregiudicati, ora sono timorosi».
Due gol segnati nelle ultime tre gare dicono che l’attacco se la passa maluccio. «Manca la tranquillità, basta vedere come e quanti gol siano stati sprecati. Che colpa ha Ancelotti se non la buttano dentro nemmeno con la porta spalancata?».
Si aspettava questa classifica? «No, sono un po’ deluso. Immaginavo gli azzurri al posto di Inter o Juve. Sei punti di differenza non sono un’infinità però non è un distacco di poco conto e guai a sottovalutarlo».
Quindi Torino può decidere già qualcosa visto che c’è Inter-Juventus? «Il Napoli deve vincere a tutti i costi, non vedo altra soluzione».
Altrimenti si rischia di restare fuori dal giro già ad ottobre? «Ti complicherebbe la vita».
Fiducia in Ancelotti? «Scommetto che a fine stagione porterà qualche trofeo a casa».
La Redazione