Se cerchi il suo cognome su Google, trovi sempre un suo rivale. Omonimo, corregionale e opposto. Se scrivi «Donnarumma», il web ti racconta la storia di un bambino prodigio. Uno che a 16 anni esordiva in Serie A. Gianluigi, detto Gigio. A essere l’uomo del momento, però, è Alfredo attaccante del Brescia, nato a Torre Annunziata 29 anni fa nel quartiere popolare Madonna della neve, una di quelle zone dove giocare a calcio è una delle pochissime occasioni per non imboccare la strada sbagliata.
NON SEMPRE GOL
Alfredo è l’attaccante del momento. Perché in serie A ci è arrivato in punta di piedi. Al secondo tentativo e con due promozioni: prima con l’Empoli nel 2018 e poi con il Brescia lo scorso anno. Sì, perché invece di provare subito la massima categoria ha preferito un altro anno in B. Dopo i 21 gol di Empoli, allora, sono arrivati i 27 di Brescia che hanno confermato l’attestato di qualità. E ora? In Serie A ha già segnato 4 gol in 5 partite, roba che a un debuttante italiano non succedeva dal campionato 2003-04, quando si trattava di Dino Fava Passarro con l’Udinese. A Torre Annunziata, però, c’è chi non ha mai avuto dubbi delle qualità di Alfredo, anzi di «Alfredino», perché Stefano Cirillo lo chiama ancora così. «Sono stato il suo primo allenatore. Dai 7 ai 16 anni. In realtà qui lo chiamavano tutti il Nano malefico, perché era troppo piccolo rispetto ai suoi compagni. Quando aveva 13 anni ne dimostrava 9 perché ha avuto uno sviluppo tardivo». Stefano lo conosce e lo ha visto crescere. Si sentono praticamente ogni giorno. E a lui è arrivata la prima chiamata dopo il gol contro la Juventus martedì sera. «Dai 7 ai 14 anni l’ho allenato alla scuola calcio Azzurri, poi dai 14 ai 16 anni l’ho ritrovato al Savoia. Praticamente l’ho cresciuto io». Ma in quella scuola calcio e anche dopo, Alfredino non giocava da prima punta. «Faceva il 10. Era più trequartista che attaccante e anche oggi che segna tanto grazie alla maturità raggiunta, in realtà è un falso 9». Alla scuola calcio Azzurri se lo ricordano bene i due attaccanti che con i suoi assist segnavano caterve di gol: Fabio Talpa e Biagio Avitabile. Oggi il primo è un ingegnere, l’altro ha una gelateria.
Fonte: Il Mattino