Marocchi ai microfoni de Il Mattino: “Insigne, solo un malinteso”

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Giancarlo Marocchi – opinionista di Sky Sport – che dopo la gara di mercoledì sera tra Napoli e Cagliari è stato oggetto di alcune polemiche per il botta e risposta con Lorenzo Insigne.  

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Apriti cielo: pentito di quella domanda?
«Pentito è il termine sbagliato. È stato bello il confronto dal punto di vista televisivo perché ho apprezzato la precisione da parte di Insigne nel prendere una posizione. Sia lui che prima Ancelotti hanno risposto alla mia domanda esprimendo il loro disaccordo. E lo apprezzo, perché io quando esprimo un concetto non lo faccio per avere ragione per forza».

Ma tornasse indietro, esprimerebbe quel concetto con le stesse parole?
«Facciamo chiarezza una volta e per tutte. Alla fine si è dato risalto a una frase che avevo voluto utilizzare solo per rendere bene il concetto a casa, ma è stato interpretato Siamo entrati in campo per fare un’amichevole. Assolutamente no, non volevo dire questo. L’oggetto della mia domanda non era l’impegno ma l’intensità: cosa ben diversa»

Ovvero?
«Nella mia esperienza di calciatore, quando facevo una partita con poca intensità, la definivo come una gara amichevole. Si tratta solo ed esclusivamente di un mio concetto. Mi è dispiaciuto che sia Insigne che Ancelotti l’abbiano interpretata come un non vi siete impegnati. So perfettamente che ci si impegna sempre al di là del risultato. Uno va in campo e mette tutto quello che ha».

E allora?
«Credo che loro abbiano frainteso o che io mi sia spiegato male. Mi riferivo all’intensità e non all’impegno. Non mi ha sfiorato nemmeno lontanamente l’idea di mettere in discussione l’impegno dei giocatori del Napoli. Avendo io giocato, l’impegno non lo prendo manco in considerazione. Uno si impegna sempre, poi come gioca è un’altra storia»

E come si spiega la reazione così piccata di Insigne?
«Innanzitutto va detto che è stato un momento bello di televisione perché si è parlato con chiarezza e si sono prese delle posizioni nette. Mi è piaciuto l’atteggiamento di Insigne che da capitano è venuto a metterci la faccia a protezione dei compagni. Ci ha tenuto a stabilire subito che loro l’impegno l’hanno messo come in tutte le altre partite. Rispetto agli allenatori che tendono ad essere più diplomatici nelle risposte, i calciatori in certi momenti ti parlano più di pancia. Soprattutto se cogli il nervo scoperto. Ma quando si rimane così nell’educazione almeno vengono fuori delle risposte interessanti». 

Lei è stato prima calciatore e ora è opinionista in tv: cosa vuol dire fare questo passaggio di ruoli?
«Rispetto a quando giocavo io è cambiato il mondo: è apparsa la televisione e quindi dopo una partita ti tocca andare a parlare. Si tratta di una cosa bella tosta perché prima che passi l’adrenalina ce ne vuole. È difficile per un calciatore, sicuramente andrebbe a casa più volentieri e ne parlerebbe il giorno dopo perché in quei 90′ sono successe mille cose. Nelle domande agli allenatori e ai giocatori cerco di far tirar fuori la vera realtà delle cose. Perché è bello per me chiederlo ed è bello per il tifoso ascoltarlo. Capire il perché delle scelte di un allenatore o di un calciatore. Anche il tifoso prova a guardare la partita e non solo il risultato. Più cose riescono a venire fuori e meglio è».


Al netto della gara con il Cagliari: che impressione si è fatto di questo inizio di stagione del Napoli?
«Gli azzurri sono in un buonissimo momento certificato dalla grande vittoria col Liverpool. Ancelotti fa bene a fare questa maxi rotazione perché ha tutti giocatori di alto livello ma ancora non ha delle gerarchie ben definite».

Fonte: Il Mattino

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