Critiche a gogò dopo le prime due partite, con 7 reti incassate tra la Fiorentina e la Juve, poi zero contro Samp e Liverpool ed una a Lecce dal dischetto. Gli azzurri si sono dati una bella regolata a prescindere dal turnover e dagli interpreti, per cui, avanti un altro: il Cagliari, domani al San Paolo. E’ giunta la metamorfosi che serviva: una squadra che ambisce a lottare per lo scudetto e a cavalcare in campo internazionale a testa alta, non poteva che insistere nella ricerca di un equilibrio imprescindibile alla luce delle proprie caratteristiche. La sosta, nello specifico, pare aver fatto molto bene. In primis a Koulibaly, che ha gradualmente smaltito le tossine accumulate, in più avendo inserito Di Lorenzo e soprattutto sostituito il regista difensivo Albiol con Manolas, due giocatori molto diversi per caratteristiche, Ancelotti ha dovuto inevitabilmente rodare una linea molto differente e di conseguenza l’intera fase di non possesso. Da notare poi che, l’ormai famigerato turnover, non ha portato ulteriori squilibri, anzi: con la Samp è uscito Manolas e Maksimovic ha retto perfettamente, e con il Lecce, sono entrati anche Ospina per Meret; Ghoulam per Mario Rui; e Malcuit, all’esordio stagionale assoluto, a destra. Ovvero: cambiano gli interpreti, non l’equilibrio. E ora, sotto con il Cagliari: domani altra sfida, altro test e nuovo turnover. Stavolta, sembra vero: Koulibaly dovrebbe riposare. Ma senza paura: la solidità è tornata. In grande stile.
CdS