Ciccio Marolda: “Anche Carlo  ha il cantiere aperto”

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 L’opinione di Ciccio Marolda sulle pagine del CdS:

Factory della Comunicazione

“Viva don Carlo! Per i tre punti presi alla povera Samp? Macché, troppo facile di questi tempi mettere sotto la banda Di Francesco che ne aveva già presi tre dalla Lazio e quattro dal Sassuolo. No, viva don Carlo perché con quel suo comunicato anti-spogliatoi ha dato voce e vicinanza a tanta gente. Di sicuro a tutti coloro che alle prese con lavori di ristrutturazione, non ce la fanno più ad avere tra i piedi gli operai, a respirare polvere e fastidio, a farsi il fegato così per veder slittare sempre la fine di questo patimento. Ma la singolarità dell’uscita di don Carlo è decisamente un’altra. E’ che sia proprio lui, il capocantiere azzurro, a prendersela con il signori dei “lavori in corso”, con i maestri del ritardo, che siano istituzioni o imprese, amministratori o commissari. Proprio lui che, nonostante siano passati settanta giorni dall’inizio dei “lavori”, alla vigilia del match col Liverpool ha ancora una squadra che è un cantiere aperto. Ma avrebbe dovuto solidarizzare con gli “operai” del San Paolo, invece di mettere i “colleghi” sul porco e portarli in giro per l’Italia, non vi pare? E poi l’uscita è anche un po’ pericolosa, perché ora ogni tifoso è legittimato ad indignarsi per il ritardo nella consegna al campionato d’un Napoli “finito”, organizzato sul piano delle scelte. D’accordo, il successo sulla Samp impone una moratoria, ma si può giurare che il “cantiere” sia stato veramente chiuso e il Napoli riconsegnato alla sua gente? Certo, il calcio è dinamismo, cambiamento, adeguamento, ma comunque ci vuole sempre un’idea-guida attorno alla quale fondare la stagione e costruire un’ambizione, no? Ebbene, qual è questa idea costituente? A essere onesti, certezze non ce ne sono ancora. Ovvio, bisogna aver pazienza e anche fiducia in chi ha una casa che si regge sui trofei, peccato però. Peccato perché al netto dell’attenuante di non aver avuto tutti disponibili nel tempo della preparazione estiva, oggi a Napoli don Carlo ha a disposizione gente di qualità. Che però va strutturalmente organizzata. Insomma, va fatta uscire da questo “cantiere” e va trasferita in quello dove non si costruiscono squadre ma successi”.  

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