Sebastiano Esposito, campano in una famiglia generazione di calciatori

Il classe 2002 dell'Inter in un'intervista al CdS

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Il volto nuovo dell’estate 2019 dell’Inter è un ragazzo di appena 17 anni che è nato a Castellammare di Stabia (dove sono cresciuti anche Gigio Donnarumma e Quagliarella) e che è considerato un elemento importante per il futuro dell’Inter. Complice l’infortunio a Politano, le vacanze di Martinez, l’esclusione di Icardi e i mancati acquisti nel reparto offensivo, Sebastiano Esposito ha giocato tutto il precampionato da titolare e, in un’intervista al CdS, contro grandi avversarie, ha sfruttato alla grande la sua occasione. L’assist a Londra per l’1-1 di Sensi è stata una chicca, una giocata da predestinato, ma anche nei match precedenti il bomber campano, cresciuto in una famiglia che il pallone ce l’ha nel dna, aveva dimostrato il suo valore. Conte e la società lo coccolano perché sanno di avere a disposizione un patrimonio e non vogliono bruciarlo. Sentendolo parlare, così posato e con i piedi per terra, il rischio sembra non esserci.

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Esposito, è contento della sua prova contro il Tottenham? «Sì, sono abbastanza contento. La prestazione è stata positiva ed è arrivata anche la vittoria. Anche se si trattava solo di un’amichevole è importante acquisire la giusta mentalità e cercare sempre di vincere ogni incontro».

Come si sente un minorenne dopo un mese di allenamenti e partite in prima squadra? «Prima di tutto dico che io sono un giocatore della Primavera e che lì tornerò. Ciò premesso, è una bella esperienza allenarmi con questi grandi campioni e imparare da loro. Cerco sempre di dare il massimo e di ascoltare i consigli dell’allenatore».

Che impressione le ha fatto Conte? «E’ un grande tecnico, uno dei primi tre al mondo. Di lui mi hanno colpito il carisma e la personalità».

L’assist per il gol di Sensi contro gli Spurs è stato da applausi. Come le è venuta una giocata simile? «Conte chiede a noi attaccanti di fare certi passaggi e certi movimenti. Li proviamo in allenamento e poi cerchiamo di metterli in pratica durante la gara. Sono contento che l’assist mi sia venuto nel modo giusto perché Sensi ha fatto un bell’inserimento e si è liberato bene. Non potevo sbagliare il passaggio».

Che stagione è stata la scorsa per Esposito? Dai numeri, 45 gol in 57 incontri ufficiali, si direbbe da sogno… «Io spero di fare sempre meglio, anno dopo anno, ma ammetto che la scorsa è stata una bella stagione. Ho esordito in prima squadra (in Europa League contro l’Eintracht a San Siro, ndr) e mi sono tolto parecchie soddisfazioni con le giovanili e la nazionale. Io però sono rimasto umile perché so che se voglio far bene devo continuare a lavorare duro giorno dopo giorno».

Qualche settimana fa ha firmato anche il rinnovo con l’Inter fino al 2022 e ha così respinto la corte delle società che l’hanno seguita, tra le quali anche il Psg. Perché ha voluto restare in nerazzurro? «Io ho sempre scelto questa maglia, fin dall’inizio della mia carriera, e ho sempre desiderato solo questa maglia. All’Inter sto bene».

Suo nonno era un calciatore dilettante, suo padre ha giocato nelle giovanili del Napoli, suo fratello maggiore è al Chievo, suo fratello minore nell’Inter… «E non vi dimenticate mio zio materno: anche lui come mio padre ha fatto le giovanili nel Napoli. Se mi stavate per chiedere qual è il segreto, vi anticipo: un segreto non c’è, ma evidentemente nella famiglia Esposito si cresce a pane e pallone. Il calcio lo abbiamo nel dna e cresciamo con la voglia di diventare calciatori professionisti».

Qual è la dote che ruberebbe a suo fratello maggiore Salvatore? «La tecnica».

E a suo fratello più piccolo, Francesco Pio? «Il colpo di testa».

Se pensa al 2019-20 che stagione immagina? «Prima di tutto non mi dimentico che io avrei ancora l’età per giocare nell’Under 18 e quindi immagino che giocherò sia nell’Under 18 sia nell’Under 19, ma naturalmente spero di continuare ad allenarmi anche con la prima squadra perché devo crescere tanto. Sarà una stagione difficile, ma anche stimolante e voglio farmi trovare pronto».

La Redazione

 

 

 

 

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