Per Insigne c’è voluto un primo maggio, un caffè a casa di Ancelotti (insieme a De Laurentiis, Giuntoli e Raiola), un chiarimento, la prospettiva di un prolungamento contrattuale (che però non c’è ancora stato) e comunque una presa di coscienza collettiva ch’esiste una volontà, ed è quella di restare, e però pure anche una realtà, e la può costruire il mercato in arrivo, con le sue variabili impazzite, con un’offerta che sia congrua – non al di sotto degli ottanta milioni di euro – ma in un club che aiuti, poi, eventualmente ad anestetizzare il dolore per un addio che non è probabile, non è possibile, ma val sempre la pena di ritenerlo una ipotesi. Fonte: Cds