I pilastri che non si toccano, il Napoli riparte da Meret

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Un anno è volato, per lui è stato intenso: ha conosciuto la salita, ovvero l’infortunio alla mano dopo il primo giorno di ritiro, e poi la discesa, la luce in fondo al tunnel, gli elogi per le prime prodezze, la conferma di doti evidenti racchiuse in un metro e novanta d’elasticità e in quei ventidue anni (ma compiuti a marzo) che ingannano. Venti milioni (circa) per strapparlo a tutti gli altri sistemandolo tra i pali. Ha esordito a dicembre ed è bastata una stagione a metà per imporsi, senza mai tremare. Stupisce, di Meret, la reattività e la serenità d’ogni suo riflesso, di ogni parata decisiva che fa sembrare semplice, quasi naturale. Fonte: Cds

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