Football Leader 2019: si premiano la leadersheap e la “lotta”

Un susseguirsi di ospiti prestigiosi per il premio AssoAllenatori

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Leadersheap e “No Racism”, questi i temi conduttori della VII edizione di Football Leader, premio Asso Allenatori 2019. In un pomeriggio di ritrovata estate, nella splendida cornice del lungomare partenopeo, il mondo del calcio di ieri e di oggi si riunisce per premiare alcuni dei suoi più prestigiosi protagonisti. Leader indiscussi e combattenti. Ci sono le istituzioni, rappresentate dal presidente Malagò, che ci ricorda quanto la leadershep sia, di sicuro, caratteristica innata, ma anche figlia di esperienze e vissuto personale; c’è il mondo “societario”, quello che si snoda tra le scrivanie e si muove quotidianamente tra gli aeroporti europei, con Fabio Paratici, autore del “colpo CR7” e di conseguenza premiato come “dirigente dell’ anno” e Giorgio Perinetti, scouting leader, uomo che da sempre scopre e lancia talenti e che, commentando il “caso Pjatek”, ammette: “l’errore non è stato venderlo a gennaio, l’errore è stato non saperlo sostituire”. Viene premiato da un Pier Paolo Marino che, tra le righe, lascia presagire un possibile suo ritorno… Premio “No Racism” per la sua “lotta” a questa piaga, presente anche nello sport e nel calcio, ad Aldair, muro della difesa della Roma di qualche anno fa. Sul palco lo spettacolo è garantito da un Paolantoni frizzante ed effervescente che argina con classe i “riferimenti” ai quasi casi juventini che rischiano di turbare Napoli… Si susseguono il Dg del Torino, Antonio Comi, premiato in rappresentanza del presidente granata, Cairo, a cui è stato assegnato il riconoscimento per il Financial Fair Play,  Enrico Fedele, storico procuratore di Fabio Cannavaro, che ricorda come l’ex scugnizzo della Torretta sia leader per applicazione e che premia Claudio Vigorelli, leader manager, procuratore del gioiellino Nicolò Zaniolo, premiato, a suo volta, come Leader Under 21. Ovviamente, il calciatore, impegnato in Nazionale, non può essere presente in auditorium, ma mediante filmato invia i suoi saluti e relativi ringraziamenti. C’è poi, spazio, per un po’ di calcio di qualche anno fa, attraverso un tecnico che ha vinto dappertutto, con classe ed eleganza: Sven Goran Eriksson. In suo album fotografico va dalla Lazio di Cragnotti, a Mancini, Seedorf e Mihajlovic, a Rooney e Beckam ed il suo italiano è ancora degno del massimo rispetto. Un po’ di gol da un recente passato con Luca Toni, bomber per sempre, autore di oltre 300 gol in carriera e di Gabriel Batistuta, leader per sempre, che combatte i suoi dolori alle gambe attraverso infiltrazioni varie che spesso non gli consentono di presenziare alle manifestazioni a cui vorrebbe. Il suo saluto, mediante video, è triste, ma gli occhi sono quelli di chi è abituato a combattere e a vincere. Panchina Giusta a Leonardo Semplici, per quanto fatto con la Spal, riconoscimento ad Eugenio Corini, per l’approdo del suo Brescia in serie A, insieme al Lecce di Liverani che lo premia. Momento a parte quello con il presidente Massimo Ferrero, leader in Solidarietà, in riferimento al suo operato dopo la tragedia del Ponte Morandi a Genova. Il dirigente blucerchiato unisce e alterna commozione a gag allo stato puro: un personaggio che non si smentisce… Da ricordare e segnalare l’intervento di Maurizio de Giovanni in tema di lotta al razzismo: Koulibaly è napoletano. Eccome se lo è!

Factory della Comunicazione

a cura di Gabriella Calabrese

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