Ci risiamo – L’arbitro Daniele Pozzi pestato con pugni e calci
Daniele Pozzi non è un “ragazzino”, ha 27 anni, per due stagioni ha fatto parte del gruppo CAI (Commissione Arbitri Interregionale), dirigendo ovunque in Italia. Insomma, pur nella giovane età, un arbitro che gli addetti ai lavori definiscono “esperto”. Non gli è servita, però, l’esperienza, l’aver calcato campi in mezza Italia, per sfuggire alla follia (ahinoi, la solita: il fatto che non se ne sia parlato, non significa che il problema sia stato risolto, solo messo sotto il tappeto) di giocatori e tifosi (almeno questo emerge dalle prime ricostruzioni) al termine dello spareggio fra la Polisportiva Giovanni Castello e il Tormarancio, con i primi promossi in Prima Categoria ed i secondi che, evidentemente, non hanno trovato meglio da fare che sfogare la loro rabbia sul direttore di gara. Questo raccontava Pozzi (arbitro della sezione di Roma 1 presieduta da Roberto Bonardo) al Pronto soccorso del San Camillo, dove gli è stata effettuata una TAC, fortunatamente negativa. Volto tumefatto, una tempia gonfia, un labbro spaccato, graffi sul viso: «Pensavo di morire» ha raccontato a chi gli è stato vicino in quei momenti. Prognosi: 10 giorni. Incrociando le dita…
CACCIA ALL’UOMO. La ricostruzione di quanto successo è ancora confusa. A quanto risulterebbe, a pochi secondi dalla fine della partita, è iniziata la caccia all’uomo, l’arbitro è stato rincorso dentro gli spogliatoi, inseguito da giocatori e – pare – anche qualche tifoso (o dirigente). Raggiunto, sarebbe stato picchiato con violenza, almeno cinque pugni avrebbero raggiunto il bersaglio. Daniele Pozzi è stato raggiunto alla testa, alle tempie (che si è gonfiata), alla bocca (un labbro spaccato). Momenti di paura, attimi di panico. E’ stato aiutato (chi cercava di difenderlo ha preso anche lui un colpo al volto), poi portato al sicuro in uno stanzino del campo Villa dei Massimi. Al San Camillo, Pozzi ha atteso che gli venisse fatta la TAC, che per fortuna è risultata negativa. Gli sono stati dati 10 giorni di prognosi. Ma quando in serata è tornato a casa, il giovane arbitro s’è nuovamente sentito male, è stata nuovamente chiamata l’ambulanza con un medico a bordo che ha prestato le successive cure.
La Redazione