Yuones, abulico oggetto misterioso poi scala le gerarchie in avanti
Voto 6
Dopo le traversie della scorsa stagione, si presenta infortunato e come oggetto tutto da scoprire. Prima parte di stagione da totale anonimato: poi, qualche buono sprazzo, il desiderio di restare, rifiutando il trasferimento al Celta ed un finale di campionato nel ruolo di esterno sinistro che gli ha consentito di scalare le gerarchie, superando l’abulico Verdi e candidandosi a uomo importante per la prossima stagione.
Un anno di Verdi: è il vero flop di mercato fa il compitino senza acuti
Voto 5
L’arrivo ritardato di sei mesi (era stato preso a gennaio del 2018), era atteso alla consacrazione dopo l’esperienza positiva nel Bologna. Chiude con pochissime emozioni (Torino, Roma) senza mai conquistare l’applauso del San Paolo. Pecca soprattutto caratterialmente, svolgendo il compito tattico affidatogli con diligenza,ma non riuscendo a mostrare l’estro che gli appartiene.
Amadou Diawara sempre ai margini del progetto finita l’avventura in azzurro?
Voto 5
Finisce la stagione infortunato, trovandosi al centro di voci di mercato e menzionato anche da De Laurentiis tra i calciatori che sono da valutare. Annata totalmente anonima e sprecata, anche quando ha trovato spazio non è mai riuscito a esprimersi al meglio. Unica gara da segnalare, quella con la Lazio in casa:mai schierato in Champions, minutaggio in Europa League solo con il Zurigo. Ai margini del progetto e vicino all’addio.
Ounas: Quando il talento non basta le occasioni mai sfruttate
Voto 5
Il suo mancato impiego nella scorsa stagione è stato fatto passare come l’accanimento terapeutico di Sarri. Con Ancelotti non arriva ad un minutaggio pari a 10 gare stagionali e gli unici lampi (salvo che con il Sassuolo, complice un clamoroso errore della difesa) non sono che a gara già chiusa. Ha dimostrato di essere talentuoso,ma non basta. Non è ancora pronto per questi palcoscenici.
Un anno o quasi di Hamsik: Capitano e perno della squadra ha lasciato un vuoto a febbraio
Voto 8
Giù il cappello. Devozione alla maglia, qualità del gioco, applicazione costante, soldatino semplice e generale al tempo stesso. Il capitano ha scelto di andare via a febbraio senza pensare ai guai in cui lasciava il suo Napoli: forse neppure lui aveva ben compreso quanto fosse importante per questa squadra. 28 presenze, sempre titolare in Champions, fondamentale per la crescita di Fabian e Zielinski. Quanto manca.
Fonte: Il Mattino