Il più giovane debuttante di sempre nelle coppe europee, dopo Bergomi, nerazzurro come lui, Sebastiano Esposito è uno abituato a bruciare le tappe. E’ cresciuto al Menti. «Ho sempre voluto giocare a calcio. Quando mio padre allenava la Juve Stabia io andavo sempre con lui e sono cresciuto lì mentre i grandi giocavano». Nato a Castellammare di Stabia da una casa piena di calciatori, fra papà, nonno e zio materno, cresciuto nel Club Napoli, lo stesso di Donnarumma. Si trasferisce a Brescia. «Mi avevano notato durante una partita dei 1999-2000: io giocavo con loro da sotto età. Ma non ci abbiamo pensato un attimo a trasferirci a Brescia, anche se all’inizio ci prendevano per pazzi». Ma alla fine hanno avuto ragione. «Mio fratello Salvatore ha due anni più di me, oggi è al Ravenna in prestito dalla Spal e proprio due giorni fa ha ricevuto la convocazione da parte dell’Under 20 per il prossimo Mondiale. Mentre Francesco Pio è del 2005 e gioca anche lui nelle giovanili dell’Inter». Oggi indossa la numero 10 azzurra in questo Europeo Under 17 dove ha già segnato 3 gol. «La 10 una grossa responsabilità e a me le responsabilità piacciono». Con la maglia dell’Inter under 16 ha vinto lo scudetto e prima ancora di compiere 16 anni e sulle sue tracce c’è stato anche il Psg, ma in quel caso lui e il papà hanno resistito. La Francia, però, ce l’ha nel destino. Oggi la sfida nella semifinale dell’Europeo under 17: «Sarà una partita molto difficile. Loro hanno tanto talento, ma anche noi non siamo da meno. Per metterli in difficoltà dovremo dare il cento per cento».
Il Mattino