Ancelotti: “Il gap lo abbiamo con noi stessi, non con la Juventus. Ma si può intervenire”
Carlo Ancelotti esce dal personaggio, si accomoda in sala stampa e lascia che tra le mani sfilino gli appunti di un anno intero tra fogli in cui c’è la sintesi d’un pensiero: è una mozione d’affetto verso se stesso, verso lo staff, verso Napoli e la società, è una difesa del proprio lavoro, strenua.
Non facile, per il trionfatore di mezzo mondo, chiudere questa stagione senza avere obiettivi.
«Ma noi ne abbiamo ancora. Vogliamo il secondo posto, che in molti non hanno considerato come traguardo a inizio stagione. E poi bisogna cancellare questo momento negativo e vogliamo farlo a modo nostro, giocando una partita come sappiamo».
Per il momento restiamo sulla cronaca: a Frosinone senza Insigne e anche senza Allan.
«Non ci saranno, per fastidi muscolari. Non sono guai seri, ma hanno avuto problemi ad allenarsi e a fare le cose che abitualmente fanno. In compenso, recuperiamo Albiol, anche se non credo giochi dall’inizio».
Non è un bel periodo per Insigne.
«E se ne esce come sta facendo, focalizzando la sua attenzione sul lavoro. Poi resta l’amarezza per i fischi ma si guarda avanti. E comunque Lorenzo va messo in condizione di esprimere il suo potenziale e lui sa che esiste una strada, per lui: impegnarsi. Mi spiace non ci sia a Frosinone, avrebbe dimostrato che si stava allenando bene».
La sua analisi su questa stagione…
«Io resto convinto che sia stata una stagione positiva, questa squadra mi ha fatto vedere cose buone, nella prima parte della stagione, e limiti nella seconda. Ma ho conosciuto ambiente, calciatori e società. Si va avanti con maggior fiducia, ho una squadra forte, e i limiti li limeremo l’anno prossimo con il lavoro. Sono felice di essere qua, ho trovato la società giusta, che condivide la mia visione del calcio. E da De Laurentiis, dal quale ho enorme sostegno. Poi il resto sono chiacchiere: ora salta fuori un po’ di tutto e noto che ci sia un ambiente un po’ troppo negativo».
Cosa le manca?
«L’unico grande rimpianto è la coppa Italia, dove siamo usciti per colpa nostra. Arrivare al secondo posto, con tante altre squadre che hanno problemi a conquistare la qualificazione in Champions, è un dato: sono le analisi che mi lasciano perplesso».
Non è semplice essere l’Ancelotti di oggi, senza orizzonti…
«Però qui c’è chi parla di fallimento. Ma all’inizio nessuno aveva detto che avremmo vinto campionato e Champions. Restiamo competitivi e lo siamo stati a lungo, in gare che ci hanno dato tanto, che non possono essere dimenticate. Poi è scattato qualcosa e in questo 2019 non siamo riusciti ad essere quelli del primo quadrimestre. Ma io sono convinto che esistano valori in questa squadra».
E non le va giù il riferimento allo stato di salute.
«Si dice che dovremmo correre di più per vincere: ma noi su 20 gare ne abbiamo vinte 14 correndo meno degli avversari. Abbiamo statistiche chiare, esplicative che vanno dal volume alla corsa lenta e sino alla accelerazione e siamo primi in questa indagine. E poi non è corretto che si parli del mio ingaggio e lo si leghi al rendimento della squadra».
Eravate altra cosa nella fase iniziale.
«Ma non vorrei si confondesse l’aspetto atletico con quello psicologico. La brillantezza non è un dato soggettivo. E penso che anche la questione tattica sia secondaria, tranne che nel primo tempo di Londra, con l’Arsenal. Con l’Atalanta ci siamo smarriti alla prima difficoltà, dopo un’ora di bel calcio».
La personalità è un deficit e a chi vive Napoli ciò sembra sia chiaro da un paio di stagioni.
«E’ in questa direzione che dobbiamo muoverci. E sappiamo che questo è un gap che abbiamo con noi stessi, non con la Juventus. Ma si può intervenire».
Giochiamo d’anticipo sul mercato: avrà corteggiatori e verrà accostato a qualche club. Ma il suo contratto vale sempre?
«Io sto benissimo a Napoli e ora c’è ancora maggior voglia di proseguire questo percorso: esistono condizioni e motivazioni».
Sempre pronto ad incatenarsi a Castel Volturno in caso di cessioni importanti? «Ribadisco: il Napoli non ha nessuna esigenza di vendere. Ma io non ho alcuna intenzione di trattenere chi eventualmente non vorrebbe restare».
Avete pagato troppi errori sotto porta.
«Ma non sono addebiti da muovere agli attaccanti. Abbiamo smesso di essere aggressivi come a ottobre e a novembre. Una certezza ce l’abbiamo: il girone di ritorno non è stato all’altezza di quello d’andata».
Milik sarà il suo centravanti e con lui ci sarà un altro attaccante fisico o le va bene sempre Mertens?
«Mertens può giocare ovunque, pure da prima punta, e Milik ha caratteristiche per sposarsi con un centravanti della sua stazza. Io so già quale mercato faremo: abbiamo un’idea chiara, obiettivi precisi e mirati. E sono ottimista sul Napoli che verrà: abbiamo lottato alla pari con club importanti, pure con chi potrebbe andare a vincere la Champions».
Fonte: CdS