Cds Campania – “Carlo spiegaci tu”. Cinque domande ad Ancelotti

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Gli esami non finiscono mai: e ora ch’è finita, e rimane però solo l’orgoglio, c’è una linea d’ombra da varcare, oltre la quale riveder la luce. Il Napoli del futuro nasce adesso, riflettendo su un vissuto contraddittorio, tra alti e bassi, in quella dimensione indefinibile ch’emerge in una primavera appassita, vuota d’emozioni e però con un orizzonte da (ri)costruirsi, evitando quel catastrofismo (assai social) di pancia e lasciando che (ri)fioriscano le idee. Il primo quadrimestre, come quando si va a scuola, è infiocchettato di sensazioni invitanti, d’un calcio esteticamente godibile, d’una varietà di linguaggi calcistici, inariditisi successivamente, quando il gioco s’è fatto seriamente duro e il Napoli ha smesso di giocarsela in coppa Italia, in campionato e infine in Europa League. Ma c’è un Progetto, dura da quindici anni, e fa fede; e c’è una volontà, una cultura «alta», arricchita da Ancelotti, che consente di sporgersi oltre quella malinconia che ora sembra aver anestetizzato una città perdutasi nella delusione. Mica si butta l’acqua con tutto il bambino, con un secondo posto e la quarta qualificazione in Champions League consecutiva! Nè si resta storditi, dinnanzi a quest’anno di transizione, con un finale nel quale, così direbbe Ancelotti, bisognerà pettinar le bambole.

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Il tempo, ch’è un galantuomo, lascerà che sgorghino risposte a una serie di domande – cinque e potrebbero essere anche altre – alle quali rispondersi per superare il prossimo esame. 

Fonte: Cds

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