Ormai non ci sono più dubbi. E’ un leader Kalidou Koulibaly. E parla da tale. Dopo un paio di prestazioni sotto tono, che lo hanno ricondotto per un attimo tra gli umani, ha ripreso il suo posto tra gli Dei dell’ Olimpo. A Il Corriere della Sera parla del suo futuro, del razzismo, del Napoli e anche di Higuain. Senza tralasciare Carlo Ancelotti. “Sono un giocatore del Napoli e darò il cento per cento per vincere qualcosa con questa maglia. Il mercato è fatto di tante chiacchiere. Preferisco i fatti, che poi ci aiutano a vincere. E a diventare grandi insieme”
I gol – “Da un anno non facevo gol. Vorrei poter dire: la doppietta più importante servirà contro l’Arsenal, ma lasciamo stare le parole. Per passare il turno ci vogliono cattiveria, concentrazione e testa. Sappiamo come si fa e ci crediamo fortemente, la città tutta deve starci dietro. Abbiamo bisogno anche del grande pubblico”.
Ancelotti – “È un uomo sereno, ci sta trasmettendo la mentalità giusta. Allenatore aperto e abituato a questo tipo di partite, ha vinto tanto, ma alla fine siamo noi ad andare in campo e se sbagliamo atteggiamento è solo colpa nostra”.
Il razzismo – “Ripenso spesso ai fatti di Milano, ma quell’episodio ha aiutato la mia crescita anche come uomo. Dentro sento sempre la forza per combattere il razzismo, ma ho capito che reagire in campo è controproducente. Napoli? Qui sono in famiglia. I miei migliori amici? I ragazzi ai semafori con i quali spesso mi fermo anche a parlare. Mi piace visitare soprattutto le zone popolari: abito a Posillipo ma l’aria che si respira ai Quartieri Spagnoli è unica, vera e inimitabile”.
Lo scudetto perso – “Fu una settimana difficile, successe di tutto. Ma bisogna essere onesti, la Juventus era più forte e lo scudetto non lo abbiamo perso in albergo ma sbagliando alcune partite”
Higuain – “Era e resta un fuoriclasse, ma forse ha fatto qualche scelta sbagliata. Qui era un dio”