Sono passati 30 anni dall’impresa del Napoli in Coppa UEFA contro la Juventus, all’andata i bianconeri s’imposero 2-0 ma al ritorno gli azzurri ribaltarono tutto con un sonoro 3-0. parla di quell’impresa l’allenatore dell’epoca Ottavio Bianchi: “Ricordo solo le proteste della Juve subito dopo, ma quella vittoria fu nettissima e meritatissima. E ci spalancò le porte al primo e unico successo europeo del Napoli Certo che ricordo cosa dissi ai miei giocatori prima di scendere in campo: nulla. Non dissi proprio nulla. Li guardai negli occhi e basta perché so bene che prima di certe gare ogni parola è inutile. Non c’era certo bisogno di caricare Careca o Maradona o Francini, io ai discorsi motivazionali non ho mai creduto: guardai negli occhi i ragazzi e capii che c’erano. A quel punto, mi misi da parte e aspettai di scendere in campo. Fu una gara in cui sbagliammo pochissimo, ma partimmo dal peggiore risultato possibile perché perdere senza far gol fuori casa è un disastro. Anche perché ti obbliga a non prendere reti nella partita di ritorno. Noi mettemmo in atto il nostro gioco rimanendo concentrati, sapendo che un contropiede ben fatto ci avrebbe potuto far uscire. Cosa avevo da festeggiare? Il passaggio del turno? E se poi avessi perso la finale cosa me ne facevo di quella vittoria? Io l’ho sempre pensata così: mi sono regalato un sorriso solo dopo la partita di Stoccarda, neppure dopo aver eliminato il Bayern, non certo dopo la notte con la Juve. Anzi, se proprio volete sapere vi dico cosa feci subito dopo, tornato in albergo: pensai alla gara di campionato nella domenica successiva, se non sbaglio con la Lazio all’Olimpico”.
A cura di Emilio Quintieri