Milik: “La svolta dopo la gara con l’Atalanta, grazie ad Ancelotti”

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Il bomber azzurro Arek Milik ha rilasciato una lunga intervista al portale polacco przegladsportowy.pl. toccando diversi temi. I ricordi relativi all’ Ajax e, come prevedibile, la sua attuale esperienza partenopea, minata da due grossi infortuni al ginocchio. Il suo momento, quello del Napoli, gli errori,le punizioni,il rapporto con Ancelotti e le qualità dell’ amico Zielinski.  (dichiarazioni da gonfialarete.com)

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Il tasto dolente, il gol sbagliato a Liverpool: “Dal divano o davanti alla tv è facile, in realtà non lo è. Forse non dovevo calciare con l’interno, ma il portiere era a pochi centimetri da me e ho avuto pochi secondi per pensare. Al termine della partita Ancelotti mi ha detto di non pensarci, grazie a lui dopo tre giorni ho segnato al Cagliari all’ultimo minuto, su punizione” 

I gol su punizione- “Vi svelo un segreto: a fine allenamento fermatevi e calciate oltre degli ostacoli, alti almeno 1.80 metri. Così sono migliorato. La sfida con Messi? Lu ha già segnato 5 punizioni. Il problema è che è di un altro pianeta, non soltanto per le punizioni ma per qualsiasi gol mette a segno.

Risultati alterni, up and down –  “L’importante è lavorare a testa bassa per migliorarsi, ero infastidito quando la gente mi considerava un debole. Purtroppo ci sono partite in cui sbagli gol facili, manchi la palla per un soffio o il portiere ti anticipa, mentre in altre ti riesce di tutto. Un po’ come il Napoli: siamo in grado di battere chiunque, magari costruendo poche occasioni da gol, invece con certi avversari non basta arrivare 20 volte in area avversaria”.

Prima e dopo gli infortuni“Ho impiegato davvero tanto tempo per essere al top, ora non ricordo neanche il periodo prima degli infortuni. Ho lottato e corso davvero molto, la svolta è arrivata a novembre quando ho giocato 3 partite di fila: mi sono sentito bene fisicamente e dopo il gol all’Atalanta è ricominciato tutto. La paura di una ricaduta non mi sfiora neanche”

Il talento Zielinski – “Sulla carta non è un’ala, perché è fortissimo in mezzo al campo, magari anche dietro le punte. Lì può caricarsi l’azione offensiva sulle spalle, ha tanta qualità ed è pronto alle rincorse in difesa, dando sempre molto equilibrio e compattezza ai reparti. Nella nuova posizione però è fantastico, molto del merito va dato ad Ancelotti e i suoi suggerimenti.”

 

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