Piange Lorenzo Insigne. Niente di meglio che la maglia, la sua, per coprire le lacrime. Ma la gente del San Paolo le ha viste e non c’è niente di male, niente da nascondere. Era al termine di Napoli/Juventus, dopo il rigore del pareggio fallito a 6 minuti dalla fine. Una serata amara di cui resta questa fotografia. Un dolore, forse una rabbia, in cui si è soli. E stavolta, per la prima volta si tratta della solitudine del capitano. Maledetti rigori: lotterie, mannaie, episodi e particolari che spesso, molto spesso, autorizzano a giudicare un giocatore. Giusto o sbagliato che sia. E ora? Beh, dopo una notte insonne e altre lacrime che soltanto un napoletano può piangere dopo una storia del genere vissuta con la Juve, proprio lei, non resta che rialzarsi: «Vogliamo la finale di Europa League», ha detto di recente Lorenzo. Bene: l’occasione è servita a cominciare dalla sfida di giovedì con il Salisburgo. E sia chiaro: toccherà al capitano trascinare i compagni. Forza e coraggio.
CdS