IL caso – Il coro flebile e spento di un San Paolo triste

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21mila spettatori. Numeri impietosi. E’ in atto una vera e propria fuga dal San Paolo. E’ sempre questione di numeri: dieci punti indietro rispetto alla gestione Sarri, una dozzina di reti in meno. Sembra paradossale, ma da quando la politica dei prezzi è divenuta popolare, non vi è stata alcuna impennata. Una sensazione strana, un catino vuoto, un deserto. Se n’è accorto e meravigliato finanche Mazzarri. Ma non è soltanto una questione numerica. La fine del ciclo sarriano ha inciso pure sull’aspetto qualitativo del tifo. C’era un’altra simbiosi tra pubblico e squadra, questo è innegabile: la corsa al sogno faceva probabilmente la differenza. Il Napoli di Ancelotti è stato accolto con scetticismo dalla gente, tanto che neanche la striscia vincente iniziale e il duello alla pari con la Juve avevano riportato in auge il giusto feeling: il San Paolo oggi è triste quando spinge gli azzurri, lo fa più per forza d’inerzia che per passione spontanea. Dopo il deludente zero a zero contro il Torino, la curva ha intonato un tenero «vogliamo l’Europa League» segno evidente dei tempi che cambiano e di una passione che non è più la stessa.

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Il Mattino

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