L’opinione – Ciccio Marolda: “Prove tecniche di ritrovata normalità”

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Il Napoli di ieri sera sembrava un altro Napoli. Sembra banale, ma non lo è. In 3-4 giorni il “ritrovarsi” è stato evidente. Troppo. Il pensiero di Ciccio Marolda sul CdS:

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Diciamo la verità: con tutto il rispetto per don Fabio Quagliarella e della sua bella compagnia, paradossalmente, ieri sera per il Napoli la Samp era l’ultimo pensiero. Troppi fantasmi, troppe scomode domande, troppi dubbi, infatti, gli erano piovuti addosso negli ultimi tempi. Più o meno da quando s’era arreso al Liverpool all’ultimo respiro dei gironi della Champions. Si, certo altre vittorie erano arrivate, ma sempre faticose, con un gol di scarto, magari all’ultima zampata, sino alle ultime infelici notti di Milano e ad un mercato che, senza che poi succedesse nulla, ha comunque fatto danni nella testa di qualcuno. Ebbene, Samp o non Samp, era a tutto questo che il Napoli doveva una reazione. Così è stato? S’è riabilitato? Abbastanza. Anzi, parecchio. E allora la domanda è un’altra: in tre o quattro giorni che cosa è cambiato, che cosa ha fatto per ritrovare più concretezza e più tranquillità, oltre che tratti ampi di gioco dominante e gol vincenti? Ha ritrovato inspirazioni in piedi prima addormentati e forse anche adagiati nella presunzione, è vero; s’è dato una mossa anche nella buona corsa e s’è svegliato dall’illusione che l’allenatore – anche il più bravo e titolato – possa fare a meno del sacrificio e della qualità della squadra in campo, ma soprattutto è uscito dal laboratorio. Sì, basta, alchimie. Basta astruserie, rivoluzioni, tramestii di ruoli. Come dicevano i buoni, vecchi e semplici allenatori di tanto tempo fa: il destro gioca a destra e il sinistro a sinistra, il difensore sta in difesa e l’attaccante avanti. Per carità, il calcio è cambiato, s’è evoluto, s’è sempre più piegato alle logiche del profitto milionario, ma i principi base restano pochi e restano quelli. E allora, forse si può ben dire che se i giovanotti del campo hanno rimesso i piedi a posto, una regolata – senza offesa – se l’è data anche Ancelotti ripartendo – con pochi ed obbligati correttivi – dalla formazione che fece tremare il Liverpool e il Psg. Insomma, scelte più credibili, più ragionate, più vicine alle esigenze di una squadra che ha ancora parecchio da fare in questa stagione. In campionato per non arretrare rispetto alla stagione scorsa, ma soprattutto in Europa League. Perché ora è là – e soltanto là – che può fare la differenza questa squadra. Prove di normalità, insomma, contro la Samp. E ora avanti così, egregio signor Carlo. E ci rassicuri per favore: il tempo degli esperimenti è davvero terminato? 

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