Pecoraro: «Gli ispettori della Procura Figc pronti a bloccare subito i match»
L’ex prefetto Pecoraro ai microfoni de Il Mattino
«Se agli ispettori della procura viene affidato l’incarico di fermare le partite in caso di cori, lo faranno. Noi siamo pronti già dalla prossima giornata di campionato».
Il procuratore della Federcalcio Giuseppe Pecoraro, ex prefetto, non ha dubbi: quello che mancava era la chiarezza su cosa fare in caso di buu razzisti e di cori di discriminazione territoriale.
Soddisfatto?
«Che sia il delegato della Procura Figc o il responsabile dell’ordine pubblico, poco importa: quel che conta è che se si dovessero ripetere le scene di Inter-Napoli, ci sia chi prende delle decisioni. Perché il calcio non può essere ostaggio di poche centinaia di persone».
In effetti, a San Siro, in tanti se ne sono lavate le mani.
«Guardiamo avanti. Gravina dice che gli arbitri non possono occuparsi anche di interrompere la partita. Va bene così, la proposta ora arriverà nel consiglio Figc e, se verrà ratificata, saremo pronti: chi sta fuori dal terreno di gioco ha una percezione che chi sta in campo può non avere. Quel che conta adesso è avere delle regole e rispettarle. Prima l’ispettore federale segnalava all’arbitro i cori e basta: ora potrebbe essere formalizzato un ruolo ben diverso che è quello di dire stop».
Il protocollo dell’Uefa, secondo quello che vi siete detti ieri, sarebbe parzialmente modificato perché salta la fase degli annunci dello speaker?
«Si vedrà. Si dice che provochi un ulteriore incremento dei cori. Valutiamo e procediamo. Mi auguro che qualunque cosa ora si decida, sia valida senza interpretazioni ulteriori».
Quanti sono al momento gli ispettori federali che vanno a una partita?
«Tre. Tutti ex commissari di polizia e magistrati. Servono competenza ed esperienza per ricoprire quei ruoli».
Salvini non vuole la chiusura punitiva degli stadi. D’accordo?
«Sì, però bisogna migliorare la tecnologia all’interno degli stadi. E su questo Gravina ha ragione: bisogna contenere la responsabilità oggettiva».
Il Chelsea caccia i tifosi razzisti: i club italiani ne hanno la forza?
«Possono tenere lontani i delinquenti durante la settimana ma non mi pare che ci sia la forza per cacciarli la domenica sugli spalti».
Cosa si può fare?
«Il sottosegretario Giorgetti ha parlato di un biglietto integrato stadio-mezzo di trasporto in maniera tale che ci sia maggiore controllo».
Il governo contesta molte notturne.
«Ho sempre saputo che la tutela dell’ordine pubblico è superiore a qualsiasi tipo di interesse. Le partite a rischio, al di là degli interessi economici, vanno giocate di pomeriggio. Come ho disposto io tante volte all’Olimpico quando ero prefetto di Roma. Quel che conta è programmare. Giocare di giorno dà maggiore serenità al lavoro delle forze dell’ordine e consente anche di prevenire meglio».
Come ne esce il calcio da questa riunione?
«Il calcio va migliorato. Questo dialogo deve servire a questo».
Fonte: Il Mattino